Chianti Classico a Milano – I risultati a 25 anni dalla conclusione del progetto Chianti Classico 2000 oggetto di una straordinaria Masterclass.
Nell’ambito di una giornata interamente dedicata al Chianti Classico, presso l’Hotel Westin Palace di Milano, sede milanese dell’Associazione Italiana Sommelier, è stata proposta a una platea selezionata di giornalisti del settore una degustazione di vini prodotti da vigneti impiantati nel nuovo millennio, con i cloni individuati secondo i criteri del progetto Chianti Classico 2000.( per approfondire leggi anche Progetto Chianti Classico 2000)
La masterclass è stata condotta da Giovanni Manetti Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, Carlo Ferrini enologo coordinatore del Progetto Chianti Classico 2000, moderati da Luciano Ferraro, capo redattore del Corriere della Sera e curatore del blog diVini.
La storia del Chianti come vino prodotto sulle omonime colline toscane è più che millenaria. Una storia caratterizzata dalla difesa del territorio, dall’identità, dai confini, ma anche di valori. Le prime pergamene in cui si fa riferimento alla vinificazione in Chianti risalgono al 913 e confermano una tradizione di coltivazione della vite e produzione di vino già radicata da diversi secoli. Già nel 1400 si pone la necessità di tutelare questi vini, passati nel frattempo dalla tavola dei nobili a bevanda di consumo popolare come un vero e proprio alimento. Nasce così la Lega del Chianti, che usava come simbolo un Gallo Nero in campo oro, con l’intento di dare indicazioni su tempistiche di vendemmia, metodi di vinificazione e stabilire pene per le contraffazioni. Studi su vitigni e tecniche di vinificazione condotti dal 1700 portano nel 1874 alla definizione dell’uvaggio del Chianti in 70% Sangiovese, 15% Canaiolo, Trebbiano, Malvasia e, per il restante 5%, altri vitigni (Mammolo, Colorino). Il 14 maggio 1924 segna una pietra miliare con la costituzione del Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua Marca di Origine, che riprende il simbolo del Gallo Nero ed è di fatto il primo consorzio vitivinicolo in Italia. Pochi anni dopo vengono identificate le 7 sottozone per distinguere l’area considerata più nobile, classica, da quelle circostanti e imporre regolamentazioni più ferree. Nel 1967 un decreto ministeriale riconosce una sola DOC per i vini del Chianti, pur regolamentando in modo più severo il Chianti Classico. Dagli anni ‘50 si assiste a un grande boom produttivo accompagnato da una sempre crescente notorietà. Chi non ricorda i tipici fiaschi impagliati? Purtroppo, in questi decenni, veniva privilegiata la quantità a scapito della qualità. Si applicava la tecnica del rigoverno (detto appunto all’uso toscano), una rifermentazione su uva appassita per conferire colore e aromi fruttati più intensi e maggiore rotondità. La DOCG, massimo riconoscimento per i vini di qualità italiani, arriva al Chianti nel 1984, anche se solo nel 1996 il Chianti Classico diventa una DOCG autonoma, con un disciplinare di produzione distinto da quello del Chianti. La DOCG apporta due importante cambiamenti: una drastica riduzione delle rese da 110 a 75 quintali d’uva per ettaro e l’eliminazione delle uve bianche che creavano oggettive difficoltà alla qualità e all’invecchiamento dei vini prodotti fino a quel momento.
Il Chianti Classico si è sempre impegnato a stare al passo con i tempi, gli ultimi interventi significativi in ordine di tempo sono stati l’aggiunta della tipologia Gran Selezione 11 anni fa, l’introduzione delle UGA e, l’anno scorso, il Manifesto per la Sostenibilità.
La degustazione
Castell’in Villa Chianti Classico Riserva Poggio alle Rose 2010. Prodotto in sole 3000 bottiglie, affina per 38 mesi in botti grandi di rovere seguiti da 18 in bottiglia. Nasce a Castelnuovo Berardenga, nella zona più a Sud, vicino a Siena, su suoli sedimentari con depositi marini. Frutto di una grande annata, pur con tratti di evoluzione, mantiene un carattere sorprendente giovane grazie all’acidità. Frutti rossi maturi, balsamicità e liquirizia si alternano piacevolmente in un sorso lungo, ampio, che lascia presagire ulteriore potenziale evolutivo.
Tenuta di Lilliano Chianti Classico Gran Selezione Tenuta di Lilliano 2015. Prodotto in 5000 bottiglie da una grande azienda fra le prime che hanno aderito al Consorzio, sita nell’UGA Castellina in Chianti, eterogenea per composizione dei terreni. Affina 15 mesi in botte da 25 hl e 12 in bottiglia. Specchio di un’altra ottima annata è leggermente timido e svela lentamente la sua grande eleganza di frutto, con tannino importante che si va affinando. Giovanissimo nel carattere invita a scoprirlo nella sua futura evoluzione.
Fontodi Chianti Classico Gran Selezione Terrazze di San Leonino 2019. Viene prodotto in 5000 bottiglie nell’azienda di proprietà del Presidente del Consorzio, a Panzano, nel cuore della denominazione. Matura per 24 mesi in tonneaux di rovere francese. L’acidità finale, espressione di un’annata importante, conferisce profondità ed eleganza in un sorso equilibrato e goloso di frutta rossa arricchito di spezia dolce e cioccolato dall’uso sapiente di legno.
Principe Corsini Chianti Classico Gran Selezione Zac 2020. Prodotto per la prima volta nel 2008, nell’UGA di San Casciano in val di Pesa, una sorta di grande altipiano caratterizzato da terreni di origine marina, fluviale e lacustre con prevalenza di ciottoli. Pur essendo più a nord è una delle zone più calde della DOCG. Affina in tonneaux in parte nuovi; successivamente le 5000 bottiglie riposano per ulteriori 12 mesi. Ricerca dell’eleganza dei profumi che si declina in fragrante succosa ciliegia scura in un corpo leggero con tannino garbato.
Nittardi Chianti Classico Casanuova di Nittardi “Vigna Dorghessa” 2021. Prodotto in 30.000 bottiglie da una piccola azienda nella parte alta di Castellina in Chianti su terreno alberese ricco di roccia calcarea e sassi, circondato da boschi, a 500 m di altitudine. Dal 1981, ogni anno, il disegno dell’etichetta viene assegnato a un artista diverso. Affina nove mesi in tonneaux e barrique, riposa qualche mese in cemento prima dell’imbottigliamento, dopodiché rimane altri 6 mesi in cantina prima della messa in commercio. Colore e profumi più scuri con toni di sottobosco, corpo importante, profondo, ricco di acidità con finale tannico leggermente amaricante.
Fattoria San Giusto a Rentennano Chianti Classico Riserva Le Baroncole 2021. Con una piccola percentuale di Canaiolo, nasce nella parte dell’UGA Gaiole in Chianti che si insinua fra Castelnuovo Berardenga e Vagliagli. Prodotto in 16.000 bottiglie da un agricoltore che ha dedicato tutta la vita al vino del Chianti, affina 16 mesi in botti e fusti di rovere francese. Frutta scura e note balsamiche si ritrovano in un sorso equilibrato, di grande concentrazione e freschezza, leggermente astringente.
Castello di Fonterutoli Chianti Classico Gran Selezione Badiola 2021. Da vigne tra le più alte di tutto il Chianti Classico a Radda, esprime tutte le caratteristiche tipiche del Sangiovese di questa UGA. Il terroir roccioso conferisce colore più tenue, freschezza, grande eleganza di piccoli frutti, lampone e melograno. Prodotto in 10.000 bottiglie, affina 10 mesi in fusti di rovere seguiti da cinque in vasche di cemento e 8 in bottiglia.
Istine Chianti Classico Gran Selezione Vigna Casanova dell’Aia 2021. Restiamo nel territorio di Radda, ma nella parte più vicina al paese a 500 m di altitudine. Prodotto in 5000 bottiglie da una piccola azienda artigianale, affina 15 mesi in botte grande e 18 in bottiglia. Le note di frutta scura, prugna, si ripropongono con freschezza nel sorso verticale, lungo, con tannino equilibrato.
Antinoori Chianti Classico Gran Selezione Villa Cigliano 2022. Piccola produzione di 6000 bottiglie nell’UGA di San Casciano. Novità per una grande azienda che si sta attivando nella produzione di vini provenienti da singolo vigneto nelle diverse UGA. Eleganza impeccabile, succosità, avvolgenza.
Castello Vicchiomaggio Chianti Classico Gran Selezione Le Bolle 2022. Da terroir di calcare e rocce arenarie nell’UGA Greve in Chianti viene prodotti in 4000 bottiglie, affina in botti di rovere da 10 hl e per ulteriori 10 mesi in bottiglia. Archetipo dei vini del Chianti Classico caratterizzato da grande bevibilità, maturità del frutto, avvolgente armonia gustativa.
Riecine Chianti Classico Riecine 2023. Frutto di un’annata difficile, viene prodotto a Gaiole in Chianti in 45.000 bottiglie e affina in tonneaux. Un esempio di Chianti Classico base che esprime chiaramente il salto qualitativo apportato dai nuovi cloni.
Chianti Classico non è solo vino, ma anche olio di altissima qualità. Condivide con il vino il Gallo Nero che è un marchio di territorio adottato dal Consorzio fin dalla sua nascita esattamente 50 anni fa. Fra i primi in Italia a promuovere la vendita in bottiglia, è stato insignito della DOP nel 2000. La superficie adibita a uliveto è all’incirca pari a quella dedicata alla vigna e molto spesso le due produzioni si affiancano nella stessa azienda.



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