Animante, Barone Pizzini la sfida con Erbamat

Franciacorta Animante di Barone Pizzini è il primo Franciacorta con Erbamat; infatti, dalla vendemmia 2018 contiene, nella sua cuvée, un 3% di Erbamat, l’antico vitigno bresciano oggi recuperato. Un vitigno citato dal medico bresciano Agostino Gallo nel 1564 nell’opera “Le dieci giornate della vera agricoltura e piaceri della villa” e poi scomparso da tutte le mappe dei vigneti fino a pochi anni fa.

L’attenzione del Consorzio Franciacorta nei confronti dei vitigni storici bresciani nasce già nel 2009 quando si sono susseguite varie indagini e sperimentazioni al fine di individuare e valutare quale tra questi avesse una buona attitudine alla spumantizzazione. Da subito l’Erbamat si era dimostrato il più interessante per il suo profilo aromatico sostanzialmente neutro, il ciclo vegetativo medio-lungo e la buona tenuta del tenore acidico. I produttori franciacortini e il Consorzio stesso ritenevano che l’introduzione di un vitigno autoctono fosse necessario per rafforzare il legame tra vino e territorio in grado di differenziare il prodotto finale.

Silvano Brescianini

L’Erbamat, a livello ampelografico, si presenta con una foglia medio-grande, pentagonale e con un grappolo grosso e compatto ed acini dalla buccia sottile. Esige terreni sciolti, poveri, sottili, ben drenati e collinari dotati di una buona esposizione e ventilati. Ha una maturazione tardiva, circa 6/7 settimane dopo lo Chardonnay.

Barone Pizzini è stata la “prima cantina a produrre Franciacorta da agricoltura biologica”, e con l’Erbamat conquista così un nuovo primato, frutto di importanti investimenti, ricerca, e attenta osservazione.

La “sfida” Erbamat in Barone Pizzini parte nel 2008 quando, insieme all’agronomo Pierluigi Donna dello Studio Sata, inizia la sua sperimentazione. Si parte impiantando circa un ettaro di vigneto, declassandolo coraggiosamente dai registri della DOCG. La prima vendemmia è del 2012, degorgiato dopo 60 mesi sui lieviti, che prende il nome emblematico di “Tesi 1” (al quale seguiranno successivamente “Tesi 2” e “Tesi 3”), un VSQ Metodo Classico prodotto con un assemblaggio così suddiviso: 60% Erbamat, 20%  Pinot Nero e 20% Chardonnay. Fino ad arrivare ad oggi con la nascita di Animante con Erbamat.

“Dopo oltre 10 anni di studi in campo, mesovinifcazioni, ma anche momenti difficili ed estremamente sfidanti, anche a causa della maturazione autunnale delle uve, possiamo presentare oggi il “nuovo” Animante con Erbamat (oltre a Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco), primo Franciacorta ad essere proposto agli appassionati ed alla critica enologica – afferma Silvano Brescianini, General Manager della Barone Pizzini – Questa primogenitura, insieme a quello di pionieri della viticoltura biologica in Franciacorta, testimonia una volta di più il coraggio e la volontà di sperimentare guardando con resilienza al futuro del territorio. Si tratta di un primo passo, infatti Erbamat è un vitigno su cui c’è ancora molto da scoprire, ancora in corso la selezione clonata a cura dell’UNIMI”.

Franciacorta DOCG Brut Animante Barone Pizzini 2018

L’antico vitigno è stato inserito in Animante, perché questo vino rappresenta l’anima di Barone Pizzini, nella misura di un 3% insieme a Chardonnay 77%, Pinot nero 17% e Pinot bianco 3%. “L’Erbamat ci ha colpiti per una condizione di quadro acidico molto stabile oltre che per il basso contenuto zuccherino, caratteristiche che – afferma l’agronomo Pierluigi Donna – se opportunamente studiate, potranno essere d’aiuto per i Franciacorta del futuro. Infatti, l’altra caratteristica peculiare è la tardività, che favorisce complessità e aspetti aromatici e degustativi interessanti, ma soprattutto consente un grande adattamento al global warming”.

“Un vero e proprio progetto che guarda sia al passato che al futuro del territorio franciacortino, che si sta diffondendo anche nella coltivazione da parte di altri qualificati operatori, e che si è concretizzato nel recupero dell’antico vitigno oltre che nell’aggiornamento del disciplinare di produzione che consente, dalla vendemmia 2017, di utilizzare fino a un massimo del 10% di Erbamat nei Franciacorta” conclude sorridendo Silvano Brescianini, ora dobbiamo aspettare pazientemente ed osservare l’evoluzione del vino in bottiglia per i prossimi 10-15 anni.

La degustazione per comprendere meglio l’Erbamat

Erbamat campione di Vasca 2020 per poter conoscere la vera anima dell’Erbamat è importante poterlo degustare in purezza. Ed eccolo mostrarsi con un bouquet dalle note agrumate, lime; in bocca colpisce per l’acidità spinta ma sempre piacevole, con sorso che si sviluppa verticalmente, sottile, sapido e intrigante.

Erbamat campione di Vasca 2020

Tesi 2 base 2014 sboccatura 2019 Erbamat 40%, Pinot nero 30% Chardonnay 30% Il naso è dolce, con tocchi di acacia e nocciola tostata. In bocca si sviluppa orizzontalmente, morbido e satinato. Il sorso è appagante, setoso con una discreta freschezza.

Franciacorta DOCG Brut Animante Barone Pizzini 2018 di colore giallo paglierino, presenta note floreali, di agrumi, lime, mandarino, miele d’acacia, albicocca e un tocco di nocciola. Il sorso è agile, fresco con una chiusura piacevolmente sapida. Ideale come aperitivo con crudo di mare o Culatello di Zibello, a tavola con primi piatti, risotti, pesci e carni bianche.

Potremmo concludere dicendo che per prepararsi al futuro è importante volgere lo sguardo al proprio passato dove si possono trovare le chiavi di un sapere nascosto e quasi dimenticato, ma prezioso, ne è un esempio l’Erbamat un vitigno abbandonato per la difficile gestione, ma che potrebbe, nello stesso tempo, dare un’impronta tipica all’uvaggio del Franciacorta e un aiuto per il global warming.

Barone Pizzini

 

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