Aspettando la vendemmia 2022

LOMBARDIA

Nell’Oltrepò Pavese la situazione climatica non cambia. Ottavia Giorgi Vistarino proprietaria dell’azienda Conte Vistarino racconta: “nonostante la scarsità di precipitazioni non sono stati registrati eccessivi problemi di stress idrico tranne nelle zone con terreni più sciolti. Già dalle prime fasi della ripresa vegetativa ci siamo adoperati con interventi di tipo agronomico per contrastare la carenza idrica come ad esempio la lavorazione del sottofila scacchiature e lavorazioni a file alterne dell’interfila per evitare un’eccessiva evaporazione dell’acqua dal terreno e riduzione al minimo delle cimature”.

PIEMONTE

In Piemonte si dà conto di un’annata particolare e di non facile gestione. L’inverno è stato più freddo di quello 2020/2021, ma avaro di precipitazioni nevose. Primavera regolare e piogge arrivate copiose alla fine di maggio. “In attesa di queste precipitazioni”, racconta Federica Boffa Pio dell’azienda Pio Cesare, “il terreno era stato adeguatamente lavorato proprio per cercare di raccogliere nel suolo la maggiore quantità di acqua possibile e trattato, nei mesi invernali, con il giusto apporto di sostanza organica.” Le scelte agronomiche, tra le quali un’attenta gestione del verde nei vigneti, per mantenere i grappoli ben coperti e protetti dalle foglie e severi diradamenti per alleggerire il carico per pianta, si sono dimostrate la giusta chiave interpretativa dei cambiamenti climatici. “Nonostante il 2022 non sia un’annata facile stiamo accompagnando le nostre viti verso una vendemmia non abbondante, ma sicuramente di qualità, iniziando la raccolta presumibilmente verso la seconda metà di agosto per le uve bianche e fine settembre per il Nebbiolo”.

TOSCANA

Anche in Toscana il perdurare dell’innalzamento di temperatura e l’assenza di acqua hanno messo in difficoltà i produttori, costretti a mettere in atto operazioni di emergenza. Così Francesco Ricasoli, alla guida dell’omonima azienda a Brolio, Gaiole in Chianti: “al momento si registra, anche a seguito a rilievi effettuati in collaborazione con l’istituto di ricerca CREA, una situazione di stress idrico nei vigneti, soprattutto nelle aree dove i suoli più sassosi non consentono alle radici di spingersi troppo in profondità”. Anche qui, per superare la fase critica, sono state utilizzate misure speciali, prima di tutto irrigazioni di soccorso, per aiutare, soprattutto, i vigneti giovani.

A Bertinga, dove i vigneti nella zona di Gaiole si sviluppano ad altitudini maggiori, il direttore tecnico Elisa Ascani racconta che “a causa della situazione attuale di carenza di piogge, abbiamo dovuto attuare tutti i possibili accorgimenti tecnici per salvaguardare al massimo i grappoli dal sole e dalle alte temperature, evitando sfogliature, riducendo al minimo le cimature e utilizzando polvere di roccia (caolino) per proteggere i grappoli. Inoltre, nonostante l’aiuto dato dall’altitudine dei nostri vigneti, è stata effettuata una leggera vendemmia verde per selezionare i migliori grappoli e cercare di diminuire lo stress delle viti”.

Stesse condizioni nella zona di alta collina di Greve, dove la famiglia François, proprietaria di Castello di Querceto è soddisfatta dalla risposta del territorio. Fondamentale il lavoro di protezione naturale svolto dalla zona boschiva che circonda i vigneti e la presenza di riserve idriche dei suoli: “nella nostra azienda, considerando che siamo in una zona di alta collina, le viti stanno ancora reggendo bene allo stress idrico, ma per completare una corretta maturazione sarà necessaria un po’ di pioggia e una riduzione delle temperature massime” dice Simone François.

A Castellina in Chianti prende la parola Léon Femfert, seconda generazione di Nittardi. “per la conservazione delle risorse idriche, le lavorazioni del suolo e gli interventi di supporto per le piante sono la chiave per assicurare una produzione di qualità. Abbiamo effettuato lavorazioni superficiali in estate per evitare spaccature del suolo e diminuire le temperature per irraggiamento, abbiamo applicato concimazioni fogliari e caolino per nutrire le piante e diminuire la traspirazione, abbiamo sfruttato le malerbe spontanee per la pacciamatura. Questa gestione agronomica ha permesso alle piante di superare positivamente i forti stress, così da prevedere un’annata produttiva con uve ricche di polifenoli e grande struttura”.

Sulle colline fiorentine, le vigne di Torre a Cona sono in buona salute. Secondo Niccolò Rossi di Montelera, proprietario della Tenuta “le piogge autunnali e invernali sono penetrate completamente e in profondità in un terreno reso morbido dalle temperature miti. Grazie a questo, oggi le nostre piante usufruiscono di un apporto idrico necessario in questo periodo. Si prevede un inizio di vendemmia leggermente anticipato rispetto agli anni passati”.

Nel centro della Toscana a Terricciola in provincia di Pisa a Badia di Morrona il clima estivo è stato proibitivo, ma cura e dedizione daranno un risultato finale che sarà soddisfacente. “Grazie ad un sistema di irrigazione a goccia le piante hanno sofferto meno, mentre nei vigneti senza la pratica irrigua sono state limitate al minimo le operazioni intrafilari per evitare di compattare ulteriormente dei terreni resi già molto duri dal caldo e dalla quasi completa assenza di piogge estive”spiega Filippo Gaslini Alberti proprietario dell’azienda.

Anche nella Tenuta di Trinoro a Sarteano nella Val d’Orcia, il direttore Calogero Portannese evidenzia: “la nostra fortuna è di essere in una posizione strategica tra il monte Amiata e il Cetona che fanno da barriera naturale e riescono in un modo unico a mitigare il clima, offrendo alle viti una situazione del tutto peculiare.Riusciamo quindi ad avere un’escursione termica superiore di 20 gradi tra il giorno e la notte e la pioggia provvidenziale di fine luglio si è rivelata un aiuto fondamentale per le nostre piante”.

A Tenute Silvio Nardi nella zona del Brunello di Montalcino Emilia Nardi spiega che “si sono adottate alcune misure per ridurre lo stress delle viti: ad esempio spargendo sul fogliame del caolino bio in grado di ridurre la traspirazione e riflettere la luce, così le piante perdono meno acqua dalle foglie. I grappoli sono più piccoli e la produzione sarà minore, ma l’acino di dimensioni ridotte potrebbe essere la base per un’ottima qualità, tutto sta a vedere come sarà il finale di stagione”.

A Riparbella, sulla costa toscana, Julian Renaud di Colline Albelle racconta una situazione climatica in salita ma è soddisfatto della gestione della vigna sia invernale sia estiva e considera i cambiamenti climatici inseriti in una visione più ampia. “Con la siccità degli ultimi anni eravamo già preparati con strategie di gestione delle risorse idriche. Quest’anno più che mai il cover crop ha permesso una volta tagliato di mantenere l’umidità del terreno. Abbiamo ridotto l’altezza dei tralci permettendo una crescita più laterale della canopea per limitare l’evapotraspirazione della vigna.”

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