Spesso la fama di un vino supera quella del comune da cui prende il nome. È il caso di Gavi, borgo già noto in epoca romana, situato nella parte sud-orientale del Piemonte vicino al confine con la Liguria, dove il vitigno Cortese, autoctono piemontese, si esprime con prodotti di grande eccellenza.
Punti chiave del successo dei vini di questa denominazione, che si estende su 11 comuni, sono le caratteristiche peculiari dei suoli, la storicità del vitigno, coltivato nel territorio da tempo immemorabile e il continuo miglioramento delle tecniche di produzione.
Il Cortese, vitigno generoso caratterizzato da grappoli grandi e acini medio-grandi che, nell’area della DOCG Gavi, viene generalmente vinificato in acciaio o altri materiali inerti, salvo poche eccezioni, si esprime principalmente con eleganti e garbati aromi di fiori bianchi come acacia e sambuco, mela, nelle sue diverse varietà, frutta a polpa bianca come pesca e melone bianco, agrumi, in alcuni terroir particolari, erbe aromatiche come salvia e timo, il tutto “insaporito” dalla mineralità che può essere più gessosa o ferrosa a seconda della composizione del terreno. La varietà dei terroir, l’andamento climatico dell’annata e le differenze stilistiche dei diversi produttori conferiscono sfumature diverse ai vini dando origine a un panorama espressivo molto ricco e interessante.
Da nord a sud si possono distinguere due tipi di terroir: le argille rosse di origine fluviale ricche di ferro e povere di calcare caratterizzate da maggiore profondità del suolo e le terre bianche con alternanza di marne tufacee ricche di fossili e profondità dei suoli inferiori che obbligano le radici a farsi strada e incastrarsi nella roccia. Man mano che si scende a sud verso il confine con la Liguria le altitudini diventano maggiori e i climi più freschi. L’area su cui si estende la denominazione non è totalmente vitata, ma è caratterizzata da notevole biodiversità con alternanza di altre coltivazioni, prati e boschi.
In occasione del 50esimo della DOC Gavi, che nel 1998 ha raggiunto l’apice della denominazione con il riconoscimento della DOCG, si è voluto dare risalto alla longevità dei vini in una masterclass ospitata nella sede milanese di Civiltà del Bere, condotta da Maurizio Montobbio, Presidente del Consorzio Tutela del Gavi, Davide Ferrarese, Agrotecnico VignaVeritas che, da più di 20 anni, segue in prima persona la denominazione e dal padrone di casa Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere.
Solo recentemente in Italia si è iniziato a valorizzare il potenziale di longevità dei vini bianchi scoprendo che molti vitigni reggono bene il tempo acquisendo complessità e carattere e il Cortese di Gavi è uno di questi che, se aspettati per qualche anno, regalano soddisfazione ed emozioni e si prestano ad abbinamenti gastronomici interessanti con piatti strutturati e complessi come le carni crude tipiche piemontesi, formaggi e piatti etnici ed esotici.
La degustazione inizia dall’annata 2022, definita da Ferrarese “annata da cuori forti” per l’estrema siccità e le temperature molto elevate che hanno costretto ad anticipare la vendemmia di un paio di settimane rispetto al periodo abituale, iniziandola ai primi di settembre. I risultati sono stati sorprendenti rispetto alle aspettative con vini espressivi di grande qualità, caratterizzati da contenuto in alcol equilibrato e sostenuti da una buona acidità.
Gavi DOCG Terrarossa 2022, La Zerba, comune di Tassarolo
Vino di vigna, da un Cru caratterizzato da terre rosse, come evoca il nome, vinificato in regime biologico con un breve contatto con le bucce che gli ha conferito concentrazione di colore e aromatica. Le note olfattive agrumate, di fiori bianchi, di timo fresco e mentolate preannunciano freschezza. Il bouquet si arricchisce di frutta a polpa bianca ed esotica. A livello gustativo la struttura è importante, con una nota ammandorlata che si percepisce anche a livello tattile, concentrazione di frutta e mineralità ferrosa-ematica in un sorso sorprendentemente fresco che rimane a lungo nella sua completezza.
Gavi DOCG del comune di Gavi Altius 2022, La Ghibellina
Da un vigneto di oltre 40 anni, in regime biologico, situato in una zona più fresca caratterizzata da terre miste, viene vinificato tradizionalmente in acciaio, con permanenza sulle fecce nobili e si presenta con riflessi oro verde, indici di gioventù e freschezza, elegante, nitido, verticale. Uno stile diverso rispetto al precedente con una iniziale austerità che si dischiude e si rivela gradualmente nel bicchiere. Note di pesca, di croccante mela rossa, fiori di sambuco, erbe aromatiche e una mineralità gessosa che regala avvolgenza di bocca con un ritorno di freschezza retrolfattiva nel finale lungo che non delude le attese con i suoi aromi di frutti dolci.
L’annata 2021 è stata caratterizzata da nevicate invernali che hanno creato una riserva idrica utile nell’affrontare la successiva estate calda.
Gavi DOCG del comune di Gavi Minaia 2021, Bergaglio Nicola
Un vino sottoposto a refrigerazione alla fine della fermentazione, progettato per esprimere al meglio le note fruttate e la freschezza. Si nota subito come un anno in più aggiunga complessità aromatica che si esprime in fiori di acacia ed erbe aromatiche, in particolare la mentuccia, frutta a polpa gialla come pesca e albicocca anche in confettura. La differenza d’annata è ben percettibile in bocca con ingresso fresco in un insieme equilibrato di percezioni, con minore concentrazione di materia rispetto ai vini del 2022.
Gavi DOCG Riserva Vigna le Zucche 2021, Ghio Roberto
La tipologia Riserva impone da disciplinare rese più basse, vigne vecchie e almeno un anno di affinamento prima della messa in commercio. In questo vino, prodotto in una delle zone più a sud, a circa 12 km dal mare, con terreno caratterizzato da marne calcaree blu, si nota subito la differenza di colore; il dorato, quasi ambrato fa pensare a uno stile di vinificazione diverso; infatti, si tratta di un vino naturale, con bassissimo contenuto in solfiti, che fermenta con lieviti indigeni dopo una lunga permanenza sulle bucce. Affina in barrique di acacia e si presenta con note leggermente ossidative caratteristiche dei vini naturali, profumi di frutta a polpa gialla matura, mela golden e cotogna grattugiata, crema, miele, cera.
L’annata 2020 non è stata eccessivamente calda, con inverno mite ed estate con temperature nella norma, la vendemmia è stata leggermente anticipata.
Gavi DOCG Nuvole sul Poggio 2020, Il Poggio di Gavi
L’azienda è in regime biologico e produce questo vino da uve provenienti da un Cru con terreno argilloso delle colline che guardano verso Novi Ligure. La fermentazione avviene in acciaio, è indotta da lieviti selezionati e seguita da malolattica parzialmente svolta. Il colore dorato brillante fa presagire l’evoluzione leggermente ossidativa che si riscontra a livello olfattivo con espressivi profumi di erbe officinali, finocchietto selvatico, mandorla, nespola, mela cotogna anche in confettura “cotognata”. La freschezza preannunciata a livello olfattivo è ben presente in un sorso lungo e snello nonostante la concentrazione di frutta con finale di erbe aromatiche, timo e leggermente ammandorlato.
Gavi DOCG del comune di Gavi GG 2020, Produttori del Gavi
La Cantina Sociale di Gavi propone una serie di etichette rappresentative di diversi terroir, una di queste è GG, uno dei vini di punta progettati per l’invecchiamento, da uve di vigne di oltre 50 anni coltivate su terreni bianchi calcarei a base di tufo e sabbia. La vinificazione avviene tradizionalmente in acciaio con otto mesi di permanenza sulle fecce fini. Di colore paglierino carico ha un naso elegante con note che ricordano il fondale marino, gesso, conchiglia arricchito da prugna Regina Claudia, mela, melone bianco, fico verde fresco che evolve nel bicchiere in profumi speziati di zafferano e pepe bianco. Concentrato negli aromi fruttati, ma contemporaneamente fresco e minerale promette una longevità interessante.
Il 2018 è stata un’annata difficile, con inverno iniziato in ritardo, primavera piovosa che ha creato difficoltà operative nel lavoro in vigna ed estate nella norma con settembre soleggiato che ha portato a vendemmia nella seconda metà del mese.
Gavi DOCG del comune di Gavi Montessora 2018, Tenuta La Giustiniana
L’annata si riflette in questo vino, prodotto con vinificazione tradizionale in acciaio da uve nate su terre rosse ricche. A livello olfattivo si assiste a un contrasto fra la concentrazione di frutta matura, mela, pesca, nespola, accenti di surmaturazione e botrytis con marmellata d’arance, zucchero di canna, zafferano e pepe, freschezza data da salvia e note mentolate. In bocca si presenta denso, saporito, lungo e ripropone la cremosità che si avvertiva già a livello olfattivo.
L’annata 2016 è molto considerata dalla critica per la produzione di vini equilibrati contrariamente a quello che ci si sarebbe aspettato per la scarsa piovosità; fattore sicuramente favorevole l’assenza di temperature troppo elevate nella stagione estiva.
Gavi DOCG del comune di Gavi Tempo al Tempo 2016, La Mesma
La nota gessosa che si percepisce immediatamente a livello olfattivo rivela che le uve provengono da terre bianche e questa mineralità che profuma di conchiglia prevale sull’acidità. Il naso è austero, senza note ossidative, e ha bisogno di un po’ di tempo per aprirsi ed esprimersi in note fruttate con una leggera sfumatura di umami. Il palato è morbido, l’acidità ben presente lo va ad equilibrare in una percezione complessiva elegante e misurata.
Scarsa piovosità e temperature estive elevate hanno caratterizzato l’annata 2015 portando è una delle vendemmie più precoci che ha dato uve leggermente surmature e zuccherine.
Gavi DOCG del comune di Gavi Vecchia Annata 2015, Broglia
L’azienda Broglia punta molto sulle vecchie annate e quello presentato in questa degustazione è un vino da terreni calcareo marnosi affinato quasi 10 anni in acciaio con batonnage frequenti. La sorprendente complessità olfattiva evoluta, conferita dal lungo affinamento, viene valorizzata dalla notevole freschezza e dalla totale assenza di ossidazione. Il bouquet si declina in fiori di campo come ginestra e tarassaco, frutta matura dolce e balsamicità dell’eucalipto. Lo stesso contrasto, fra freschezza ed evoluzione, si riscontra in bocca con un sorso fresco e minerale, ma anche avvolgente, cremoso e lunghissimo con finale piacevolmente ammandorlato di amaretto e caramello.
L’annata 2011 è stata strana con inverno freddo, primavera breve ed estate molto calda che ha portato a vendemmiare nella prima decade di settembre.
Gavi DOCG del comune di Gavi Monterotondo 10 anni 2011, Villa Sparina
Contrariamente a quanto avviene di solito, la prima vinificazione in acciaio è seguita da fermentazione ed affinamento in legno per 12 mesi con utilizzo di legni diversi (50% botte grande e 50% barrique di cui 15% nuove e le restanti di secondo e terzo passaggio). I diversi legni hanno conferito varie sfaccettature; con il passare degli anni il legno si è ben integrato e la percezione olfattiva è netta e pulita con spezie orientali come curcuma e cardamomo, legni orientali, ma anche una parte floreale dolce, intensa e fresca, frutta esotica matura, cedro candito e pasticceria. In bocca è ancora fresco ed elegante con aromi di anice e camomilla. La complessità continua ad evolvere nel bicchiere esprimendosi in vaniglia, crostata di albicocche, arancia candita, pepe, ma la spinta acida equilibra il sorso morbido e avvolgente rendendolo adatto ad abbinamenti con piatti complessi e strutturati fino ai formaggi erborinati.
Coup de coeur per il vino GG dei Produttori di Gavi che dimostra come negli anni sia profondamente cambiato il ruolo delle cantine sociali che sono diventate un punto di riferimento importante per i piccoli proprietari soci che da soli non avrebbero la forza per disporre delle migliori tecnologie e attrezzature. Valorizzando il territorio e la qualità raggiunta dalle uve dei soci conferitori, propongono varie etichette altamente qualitative espressive delle diverse sfumature del vitigno e dei diversi terroir.