L’Eco di Il Poggio di Gavi

Nel Sud del Piemonte, a pochi chilometri dalle spiagge della Liguria, in una terra di confine dove un tempo fiorivano i commerci sull’antica via del sale, in un luogo incantato troviamo Il Poggio di Gavi. Qui Francesca Poggio, insieme alla sorella Alessandra e alla sua famiglia conducono l’Azienda Vitivinicola e il Resort nel segno dei valori dell’accoglienza, privilegiando la naturale semplicità nei rapporti.

Giorgia e Francesca Il Poggio di Gavi @MauroFermariello

In questo territorio troviamo il vitigno Cortese, dal quale si ottiene il Gavi, che descrive perfettamente l’identità di questa zona del Piemonte e attraverso il suo Gavi Francesca ci racconta il suo essere: spiega la terra, illustra le viti, parla dell’uva matura, decanta la sua ostilità per la chimica e racconta storie di vero benessere.

Nel cuore di Gavi Francesca ha trascorso la sua infanzia sulla magica collina di Rovereto, terra privilegiata che dà vita ad uno dei pochi cru storici di Gavi. Qui c’era la casa del bisnonno Alfredo e, come lui, anche lei si è innamorata di Gavi. Un amore irrinunciabile che, appena compiuti i diciott’anni, l’ha spinto a lasciare Milano per trasferirmi al Poggio di Gavi.

Francesca, neoeletta vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino e socia della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), ci racconta la sua storia e come tutto è cominciato.

Cantina Il Poggio di Gavi

Nel 2004 ho lasciato il mio lavoro da agente immobiliare per rigenerare la cantina di famiglia. Sono partita con tanto entusiasmo, una cascina ricca di fascino e pochi ettari di vigna. Così è nato il Poggio di Gavi, azienda vitivinicola e wine resort con un bed & breakfast: due volti dell’accoglienza sulle colline vitate di Gavi che respirano l’aria di mare. Nelle nostre vigne, si sente spesso il “marin”, quell’aria calda e salata che arriva dal mar ligure e che porta beneficio alla crescita della vite.  All’inizio la mia cantina produceva solo 4 mila bottiglie. Oggi, ne produco più di 40 mila, esportate in quasi tutto il mondo. Coltivo 3 ettari di vigneti di proprietà, a cui si affiancano altre piccole porzioni vitate in affitto, a oltre 300 metri slm a Rovereto, la collina cru per la produzione del Gavi. Per me, preservare l’ambiente è semplicemente naturale, è fondamentale, è un impegno quotidiano, è sostenibilità. Adottare comportamenti sostenibili è una questione di sensibilità e metodi che devono coinvolgere tutti. Io ci credo e ci lavoro ogni giorno: non utilizzo diserbanti e insetticidi, rispetto l’inerbimento naturale e pratico solo una concimazione organica di riequilibrio. E non mi accontento: ho voluto un impianto fotovoltaico che garantisca energia rinnovabile alla cantina e ho predisposto una cisterna per raccogliere l’acqua piovana da riutilizzare in agricoltura.”

L’Eco di Il Poggio di Gav

Ultimo nato tra i vini di Francesca è “L’Eco” Frizzante Metodo Ancestrale ottenuto da Cortese in purezza coltivato a Rovereto su Terre rosse ricche di argille ferrettizzate, ghiaie e sabbie. Un ritorno al passato – afferma Francesca- un vino così come lo facevano i nostri predecessori. Lo sento molto nelle mie “corde”, un vino naturale con produzione limitata.

Pigiatura soffice delle uve ed avvio della fermentazione in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata. Prima dell’esaurimento degli zuccheri, si procede ad imbottigliare il vino che prosegue la fermentazione sur lie in bottiglia, secondo la regola del metodo ancestrale. Dopo almeno 12 mesi di riposo in bottiglia, inizia la vendita. La bottiglia non viene sboccata ed il vino si presenta col fondo, piacevolmente torbido e velato.

L‘ECO regala una bolla primordiale, un frizzante gioco di sensazioni che solleticano il palato. Un giallo paglierino opalescente che regala un naso articolato, crosta di pane, lievito, fiori bianchi, zagara, lime, ed agrumi dolci. Un secondo naso scopre note speziate, cardamomo, noce moscata e pepe bianco. Il sorso è coinvolgente, fresco, sapido, ritorna l’agrumato, lemon grass, piacevole; un corpo che non ti aspetti e che lo rende seducente. Un calice perfetto per essere abbinato con il fritto, carni bianche, formaggi semi stagionati ed assolutamente da provare con le pizze gourmet.

La scelta di chiamarlo “L’Eco” deriva dalla volontà di coltivare le vigne in modo sostenibile, l’Azienda è in conversione organica, e di produrre vini seguendo valori e principi che Francesca sente suoi.

Un calice da provare sia per gli amanti dei Metodi Ancestrali sia per gli “scettici”, un vino da degustare senza preconcetti per poterlo apprezzare in tutta la sua essenza primordiale.

 

No Comments Yet

Leave a Reply

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi