Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, non chiamatelo semplicemente Prosecco
Giovedì 22 maggio, il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG ha proposto una masterclass riservata alla stampa specializzata, dedicata alla vendemmia 2024, guidata dal suo Direttore Diego Tomasi. La conferenza stampa, che ha preceduto la degustazione, nella suggestiva cornice del rooftop restaurant A’Riccione Terrazza 12, è stata anche l’occasione per approfondire la conoscenza di una denominazione e di un vitigno di grande successo.
Il Prosecco rappresenta il fenomeno più famoso e sbalorditivo al mondo nel settore vinicolo
Fra gli anni ‘90 e 2000, in un’epoca in cui prevalevano vini strutturati e pesanti, con uso estensivo del legno anche sui bianchi, il desiderio di vini più freschi, più immediati, più beverini ha decretato il successo del Conegliano Valdobbiadene. L’area di produzione di quegli anni non era più in grado di soddisfare la crescente richiesta del mercato, pertanto, nel 2009, di estendere la denominazione Prosecco DOC a ulteriori nove province: Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza in Veneto e Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine in Friuli.
Il Presidente Tomasi definisce questa ampia area di produzione “un grande mare” aggiungendo “in questo mare c’è una piccola isola totalmente collinare che si chiama Conegliano Valdobbiadene”. Sui ripidi pendii di questa “isola”, la Glera, una varietà di uva semi-aromatica naturalmente low alcool, probabilmente originaria del paese di Prosecco, in provincia di Trieste, ha trovato da secoli il suo habitat ideale.
Dal 2009 la zona di produzione originaria è stata insignita della DOCG riservandole la menzione di Superiore. Nel 2019 le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state iscritte nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO come “paesaggio culturale”, esempio eccezionale di interazione dell’uomo con l’ambiente. Questo legame continua nel tempo con un atteggiamento rispettoso e sostenibile e con la valorizzazione, non solo del prodotto Prosecco, ma anche del turismo, incrementando ospitalità e accoglienza di qualità.
Il punto di forza del Conegliano Valdobbiadene non è solo la straordinaria vocazione enologica del territorio, ma l’intuito dell’uomo che l’ha saputa valorizzare. Le ripide pendenze delle vigne hanno suggerito la creazione dei ciglioni, i tipici terrazzamenti che, in assenza di sassi, vengono trattenuti dall’erba. I primi documenti fotografici risalgono al 1885 e testimoniano una viticoltura eroica e solidale, che ha riscattato una popolazione afflitta dalla povertà, l’alternativa sarebbe stata l’emigrazione per lavorare nelle miniere. A rendere ancora più eroica una viticoltura, interamente manuale, è la continua e costante manutenzione del manto erboso, attraverso numerosi interventi di ripristino, soggetto a micro-frane dei ciglioni, più sensibili alle precipitazioni atmosferiche perché non trattenuti da muretti a secco.
Il sottosuolo, di origine sedimentaria, presenta varie composizioni stratificate che affiorando danno luogo a una suddivisione in nove sottozone, ognuna con caratteristiche diverse. Significativo lo studio del comportamento delle radici che, nonostante l’utilizzo dello stesso tipo di portainnesto, si estendono in modo diverso nelle loro ramificazioni rispondendo agli stimoli del terreno e della roccia madre sottostante.
La Glera è un vitigno particolarmente sensibile al territorio, pertanto, le diverse composizioni del terreno conferiscono sfumature aromatiche diverse ai vini di ciascuna zona dando origine a un variegato mosaico in cui altitudine e clima giocano ruoli importante arricchendolo ulteriormente.
Ben sono le 43 Rive, espressioni più identitarie e territoriali della Denominazione, nome con cui vengono localmente chiamate le pendici collinari scoscese. Queste possono essere vinificate e imbottigliate separatamente per dare vini più identitari che devono riportare in etichetta anche il millesimo: vini di terroir e dell’annata.
Grazie alla sua vocazione spumantistica, la maggior parte la Glera viene vinificata in versione spumante con utilizzando prevalentemente il Metodo Martinotti con rifermentazione in autoclave. La scelta di questo metodo è stata frutto di studi sperimentali iniziati da Carpenè alla fine degli anni ’30, documentata da un fitto scambio epistolare con lo stesso Martinotti, suo contemporaneo. Il Metodo Classico, con rifermentazione in bottiglia, accentua principalmente l’azione dei lieviti e gli aromi da questi generati nella presa di spuma. L’autoclave invece, con una permanenza da 1 a 9 mesi a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere e dello stile aziendale, conserva quasi integralmente gli aromi dell’uva per poi decidere la quantità di zucchero da aggiungere per ottenere il dosaggio finale desiderato, dai più secchi Pas Dosè ed Extra Brut fino a più morbidi e amabili Extra Dry e Dry.
Da qualche anno è stata accolta nel disciplinare anche la tipologia ancestrale, indicata anche come “sui lieviti” o “col fondo”: il metodo più antico di produzione con rifermentazione in bottiglia che dà origine a vini più complessi, più gastronomici.
L’annata 2024
L’andamento climatico del 2024 è stato particolare: pioggia e freddo da maggio a giugno sono stati seguiti da aumento delle temperature e siccità con una sequenza di numerose “notti tropicali” con temperature elevate e assenza di escursione termica nel mese di agosto. La differenza di temperatura fra il giorno e la notte genera i profumi nelle uve e questa sua riduzione comporta uno squilibrio nella perfetta maturazione. I viticultori erano preparati per una vendemmia di fine agosto, ma la maturazione era incoerente, pronta a livello di concentrazione degli zuccheri, ma non ancora perfetta nel suo corredo aromatico. Il lavoro del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG è stato fondamentale nel convincere a ritardare ancora di qualche giorno la vendemmia. La decisione si è rivelata vincente, il 9 settembre il clima è cambiato e ha consentito la produzione di vini eccellenti e ricchi di profumi.
Degustazione
La degustazione è iniziata con Valdobbiadene DOCG Extra Brut Rive di San Pietro di Barbozza 2021 e 2024 – Rivaluce. I due millesimi a confronto hanno consentito di apprezzare l’evoluzione di un vino che di solito si ritiene inadatto all’invecchiamento e da bere nell’annata. Il 2024 si presenta con bouquet floreale, sorso sapido caratterizzato da aromi di frutta fresca. Nel 2021 si avverte la stessa impronta, ma con un corredo aromatico più ampio e maturo di frutta esotica, arricchito dalla mineralità del finale di bocca, che lo rende più adatto all’abbinamento con diversi piatti.
Cuvee 5 Valdobbiadene DOCG Extra Brut e Cuvee 13 Valdobbiadene DOCG Extra Dry – Col Vetorazhanno consentito di apprezzare l’effetto del dosaggio zuccherino sulla percezione sensoriale. L’Extra Brut è elegante e delicato nei suoi profumi floreali e di mela gialla, secco, con una pienezza di bocca adatta alla tavola, la maggiore dolcezza dell’Extra Dry esalta i profumi fruttati e lo rende più avvolgente, adatto da aperitivo e in tutti i momenti di convivialità.
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry Rive di Collalbrigo-Costa 2024 – II Colle. I vini di questa zona, caratterizzata da suoli rossi antichi e acidi erano già noti nel 1500 e vengono citati da Carlo V. Si differenzia dagli altri per note speziate leggermente piccanti di zenzero, erbe aromatiche, mela verde oltre che per una maggiore corposità e lunghezza. Si avverte molto l’apporto della terra anche a livello organolettico.
Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry – Marchiori. Nel 15% consentito di uve diverse dalla Glera, questo produttore utilizza vecchi vitigni autoctoni che conferiscono un’espressività differente. Non è possibile definire una sottozona di produzione in quanto l’azienda possiede 14 appezzamenti diversi che vinifica separatamente, poi crea dei blend in funzione dell’annata. Caratterizzato da freschezza e spiccata mineralità con note di fiori dolci e frutta esotica.
Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG Dry – Agostinetto. Cartizze è la collina più vocata e prestigiosa con suolo composto da calcarenite pura e formazione di correnti d’aria che garantiscono escursione termica e sanità delle uve. I vini che vi si producono sono caratterizzati da grande eleganza più che potenza. 107 ettari in totale suddivisi fra 149 proprietari fra cui questo piccolissimo produttore. Nel calice troviamo un’armonia di profumi fra cui emergono rosa e agrumi, in bocca la mineralità spiccata equilibra morbidezza e dolcezza in una persistenza lunghissima. Da dessert, ma anche da degustare per puro piacere.
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut Nature Sui Lieviti – Gregoletto. Una personalità completamente diversa da tutti i vini precedenti. L’aspetto limpido e gli aromi eleganti conferiti dalla lisi dei lieviti e dalla mineralità del terreno lo rendono gastronomico, particolarmente adatto da tutto pasto.
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