In occasione del Festival, la Famiglia Paladin presenta l’unico Franciacorta sul mercato con Erbamat al 10% Con il suo uvaggio di Chardonnay e Pinot Nero al 45% e di Erbamat al 10%, Franciacorta Cuvée 1564 Brut Nature Millesimato 2017 di Castello Bonomi è il primo e unico Franciacorta con una percentuale così alta di questo vitigno autoctono. In occasione del Festival del Franciacorta (13-15 settembre 2024) la Famiglia Paladin presenterà la referenza in esclusiva sul mercato. Questa è la prima annata in cui Erbamat viene utilizzato in una Cuvée di Franciacorta, segnando un passo importante verso la valorizzazione di un vitigno dalle origini antiche, ma che si esprime al meglio nel presente. Castello Bonomi è una delle cinque aziende che dieci anni fa decise di appoggiare il Consorzio di Tutela nella più grande sfida intrapresa dal territorio: recuperare e potenziare questo autoctono bresciano. La maturazione tardiva e l’elevata acidità, che…
Castello Bonomi, in Franciacorta, sorge alle pendici del Monte Orfano, in uno spettacolare anfiteatro naturale nel comune di Coccaglio. Ventiquattro ettari, circondati da un parco secolare, si sviluppano a gradoni fino a raggiungere i 275 m s.l.m. ancora recintati da un muro a secco che risale a metà Ottocento. Il metodo Castello Bonomi Castello Bonomi, fa parte del gruppo Casa Paladin, diretta con garbo e lungimiranza da Roberto e Carlo Paladin. In Franciacorta si avvalgono della consulenza del Prof. Leonardo Valenti, docente dell’Università Statale di Milano, mentre in cantina è lo chef de cave Luigi Bersini a seguire passo per passo ogni fase della produzione. I vigneti sono suddivisi in 24 diversi cru, vendemmiati e vinificati separatamente, in modo da esaltare, attraverso le micro parcellizzazioni, le caratteristiche e l’identità di ogni lembo di terra. Castello Bonomi non è solo tradizione, infatti è una delle cinque aziende che dieci anni fa…
Quando si parla di Barone Pizzini il pensiero va subito al primo Franciacorta biologico, frutto della lungimiranza di Silvano Brescianini, direttore generale della Cantina e presidente del Consorzio Franciacorta, di un territorio famoso in tutto il mondo. Tutto inizia nel 1998 quando la Cantina avvia l’esperienza della viticoltura biologica, per ottenere un vino con un forte legame con la propria terra, unico e irriproducibile altrove e con la vendemmia 2002 nasce il primo Franciacorta Biologico. Sulla stessa strada ecco che nel 2007 viene inaugurata la nuova cantina costruita secondo importanti criteri di bioedilizia e progettata dall’architetto C. Gasparotti, socio fondatore della Barone Pizzini. Nel 2021 nasce il primo Franciacorta con Erbamat, un vitigno autoctono bresciano antico, riscoperto solo negli ultimi 20 anni. Quando degustiamo un calice di Franciacorta subito immaginiamo un calice seducente caratterizzato da un’elegante spuma, ma non pensiamo mai a tutto il lavoro che c’è dietro per raggiungere…
Franciacorta Animante di Barone Pizzini è il primo Franciacorta con Erbamat; infatti, dalla vendemmia 2018 contiene, nella sua cuvée, un 3% di Erbamat, l’antico vitigno bresciano oggi recuperato. Un vitigno citato dal medico bresciano Agostino Gallo nel 1564 nell’opera “Le dieci giornate della vera agricoltura e piaceri della villa” e poi scomparso da tutte le mappe dei vigneti fino a pochi anni fa. L’attenzione del Consorzio Franciacorta nei confronti dei vitigni storici bresciani nasce già nel 2009 quando si sono susseguite varie indagini e sperimentazioni al fine di individuare e valutare quale tra questi avesse una buona attitudine alla spumantizzazione. Da subito l’Erbamat si era dimostrato il più interessante per il suo profilo aromatico sostanzialmente neutro, il ciclo vegetativo medio-lungo e la buona tenuta del tenore acidico. I produttori franciacortini e il Consorzio stesso ritenevano che l’introduzione di un vitigno autoctono fosse necessario per rafforzare il legame tra vino e territorio…
Dalla vendemmia 2017, a seguito della modifica del disciplinare del Franciacorta DOCG, è stato introdotto il vitigno autoctono Erbamat, per un massimo del 10%, fatta eccezione per la tipologia Satèn. Due i principali motivi che hanno spinto questa modifica: la volontà di recuperare una maggiore identità attraverso un legame con il territorio, la Franciacorta,infatti, usa vitigni internazionali, e la necessità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico su uve precoci come lo Chardonnay e i Pinot. L’attenzione del Consorzio Franciacorta nei confronti dei vitigni storici bresciani inizia nel 2009 quando si sono susseguite indagini e sperimentazioni al fine di individuare quale, tra i vecchi vitigni bresciani, si prestasse alla spumantizzazione. L’Erbamat si dimostrò essere il più interessante per il suo profilo aromatico sostanzialmente neutro, il ciclo vegetativo medio-lungo e la buona tenuta del tenore acidico. L’Erbamat deriva da Albamatta vitigno citato dall’agronomo Agostino Gallo nel suo trattato “Le dieci giornate della vera…