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Serviva un’altra guida dei vini? Sì, se viene proposta con un format e un intento diverso.

Franco Santini, giornalista e sommelier, nell’ambito dell’evento enogastronomico Gironi Divini e in collaborazione con il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo, ha curato un’eclettica guida dei vini d’Abruzzo non basata su classifiche, ma che propone abbinamenti dei vini alle diverse occasioni di consumo.

L’idea di suggerire i vini abruzzesi adatti per diverse situazioni, reali come un invito a cena da amici o surreali come il vino da portarsi in un kit di sopravvivenza per un ipotetico viaggio sulla luna, ha portato a un compendio che recensisce 108 aziende abruzzesi descrivendo i loro vini con tono informale ponendo l’accento sulle sensazioni che trasmettono.

Punto fermo è un grande rispetto per tutti i produttori. «Tutti coloro che producono vino sono dei folli fondamentalmente – afferma Santini scherzando, ma non troppo – in questo momento il vino fa male, l’alcol fa male, il vino si beve sempre meno, c’è tutta una serie di battaglie contro il consumo del vino, il pettinato con i capelli biondi si inventa i dazi dalla mattina alla sera, quindi, che fa vino è un eroe, un eroe a prescindere».

L’intento è stato quello di cercare e di capire e di trasmettere per ogni singola cantina, che sia una piccolissima azienda familiare che produce 2000/3000 bottiglie o grande cooperativa che ne produce milioni, quale sia la loro idea di vino, il loro progetto.

Altra considerazione, alla base del progetto, è che non c’è un vino adatto per tutte le occasioni, ma c’è un vino che può andar bene per l’occasione giusta.

Le pagine introduttive, a cura del Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo, forniscono ai lettori un approfondimento sulla viticoltura in Abruzzo, il territorio, i vitigni, le denominazioni e qualche dato numerico sulla produzione.

Nove le categorie in cui sono stati suddivisi i vini anche se, per ammissione dell’autore, molti sarebbero stati collocabili trasversalmente in più di esse. Scorrendone i titoli e le relative descrizioni si intuisce tutta l’originalità della guida.

Era la fine degli anni ‘70 quando l’imprenditore Enrico Braggiotti, di origine francese, intuì le potenzialità di una zona dell’Oltrepò Pavese, oggi chiamata “la collina del Pinot Nero”.

L’ispirazione francese gli suggerì che nei terroir vocati per il Pinot Nero anche lo Chardonnay dava ottimi risultati, iniziò, così, la coltivazione e la vinificazione di questo nobile vitigno nella frazione Mazzolino, dal latino Mansiolinum, che significa punto d’incontro, una tappa sulla strada di ritorno della via del sale, dalla Liguria alla Pianura Padana.

A Costigliole d’Asti, nel cuore delle colline astigiane, troviamo Maria Borio, per tutti “Mariuccia”, una vera Donna del Vino che conduce, secondo la propria filosofia, Cascina Castlèt, l’azienda di famiglia.

In un mondo maschile, come quello del vino, Mariuccia Borio, alla morte del padre, eredita una parte di Cascina Castlèt, e si mette subito in gioco affrontando non poche difficoltà. Erano gli anni Sessanta e nonostante tutto Mariuccia non si è tirata indietro e nel 2021 ha festeggiato la cinquantesima vendemmia.

Oggi l’azienda conta trenta ettari dislocati attorno alla sede della Cantina, che racchiudono un sogno diventato progetto.

Tutto nasce da due semplici idee: rispettare la natura ed essere al passo con la tecnologia. Pochi immaginano che Cascina Castlèt si avvalga nel lavoro quotidiano di alcuni alleati speciali ed insoliti: gli uccelli, che aiutano a controllare il numero di insetti che causano danni alla vite, i quali vengono monitorati da due ornitologi specializzati, Enrico Caprio e Mario Cozzo.

Un impegno che, come un Giano Bifronte, Mariuccia porta avanti tenendo gli occhi rivolti al futuro, ma con i piedi ben piantati a terra e nelle tradizioni del passato. Sensibile e caparbia, istrionica e riservata capace di promuove il suo territorio e i suoi vini a 360° attraverso i vitigni autoctoni e non solo: Barbera, Moscato, Uvalino, Nebbiolo, e poi, successivamente, Cabernet Sauvignon e Chardonnay.

Fra le varie masterclass proposte durante Vinitaly 2025, sicuramente una delle più emozionanti è stata: 10 years later: A Super Tuscan Retrospective of the 2015 Vintage, organizzata dal Comitato Historical Super Tuscan. Un’occasione più unica che rara poter degustare 16 Super Tuscan della storica annata 2015. La Masterclass è stata condotta dalla Master of Wine Michelle Cherutti-Kowal affiancata da Paolo Panerai, Presidente del Comitato HST e fondatore di Castellare di Castellina. Ma cosa vuol dire “Super Tuscan”?  Pochi sanno che questo termine è stato coniato, negli anni ’80, dal Master of Wine Nicolas Belfrage in un articolo su Decanter e subito accolto universalmente per identificare una categoria di vini toscani straordinari, prodotti a partire dai primi anni ’70, che uscivano dal disciplinare del Chianti Classico, avvertito come troppo restrittivo, per esprimere liberamente tutte le potenzialità del territorio. Un gruppo di produttori pionieri, a partire dagli anni ’60, ha intrapreso una…

Riconosciuta con decreto ministeriale del 06 agosto 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 21 agosto 2021), la sottozona CASTELLINALDO dell’areale Barbera d’Alba DOC celebra la propria unicità durante “LA PRIMAVERA DEL CASTELLINALDO”, manifestazione giunta il 30 e 31 marzo 2025 alla seconda edizione, organizzata a PALAZZO RE REBAUDENGO, nella meravigliosa Guarene, dall’associazione I VINAIOLI DEL CASTELLINALDO (istituita il 09 febbraio 1992 con il nome di “I Vinaioli DI Castellinaldo”, quando Castellinaldo era ancora solo un comune, evidenzia Luca Morra, attuale Presidente dell’associazione, con l’obiettivo di valorizzare l’eccezionalità del Barbera di zona in termini di eleganza e armonia), e articolata in due giornate destinate ad accogliere il pubblico degli appassionati del mondo del vino e dei professionisti del settore – ristoratori, enotecari, distributori, giornalisti – con un banco d’assaggio in grado di offrire più di 40 etichette, prodotte da 21 cantine.  I VINAIOLI DEL CASTELLINALDO presenti a “LA PRIMAVERA DEL…

VENTIVENTI è il nome con cui i fratelli Riccardo, Andrea e Tommaso Razzaboni – assieme al padre Vittorio – hanno battezzato l’azienda vitivinicola di loro proprietà a Medolla, nell’estremo settentrionale dell’areale della MODENA DOC, quasi al confine con la provincia di Mantova, in riferimento all’anno in cui l’operatività aziendale è arrivata a regime ed è stata ultimata la struttura della loro cantina. “Annus horribilis” per antonomasia, per i fratelli Razzaboni il 2020 ha segnato la concretizzazione di un grande sogno comune e l’inizio di una nuova ed emozionante avventura: produrre vinispumanti metodo classico “netti e identitari, da un punto di vista territoriale e aziendale”, sottolinea Andrea, l’enologo di famiglia, seguendo alcune semplici, ma chiare e ferme linee guida, quali l’impiego di uve autoctone e l’esiguo quantitativo di anidride solforosa (all’incirca 30 grammi/litro), il bassissimo dosaggio in zuccheri (inferiore a 3 grammi/litro), il ridotto contenuto in alcool (massimo 12% in volume)…

Cantine di Verona presenta G.LOW per risplendere scegliendo vini green e low alcohol L’inasprimento delle pene per guida con tasso alcolico superiore ai limiti e una campagna mediatica fortemente “disinformativa” hanno portato a una drastica riduzione del consumo di vino. Le aziende vitivinicole italiane, portabandiera di una cultura millenaria profondamente radicata nel territorio, si sono trovate ad affrontare questa nuova sfida. Cantine di Verona, dopo un’approfondita indagine sui nuovi consumatori e sulle possibili alternative, ha lanciato, in collaborazione con le cartiere Fedrigoni, G.LOW, due vini a bassa gradazione alcolica, solo 8% di alcol, ottenuti con un procedimento assolutamente naturale. Secondo Cantine di Verona la dealcolizzazione, percorso seguito da alcuni produttori di bevande alcoliche, è poco sostenibile e a volte può incidere negativamente sulle caratteristiche sensoriali del prodotto, l’obiettivo era quello di trovare un’altra strada per soddisfare le nuove esigenze del mercato. Grazie alla vendemmia anticipata e a un’unica fermentazione in…