Dal 1524 Villa Calcinaia è il cuore della famiglia Capponi, antica famiglia toscana che, nel corso dei secoli, è stata protagonista della storia di Firenze e del Chianti.

Sotto il nome “Capponi” la storia ascrive non solo Palazzi fiorentini ma anche ville e vigne, un racconto che incanta sapientemente narrato dal conte Sebastiano Capponi che, insieme ai fratelli Tessa e Niccolò, rappresentano la 37° generazione e continuano la tradizione occupandosi direttamente delle proprietà di famiglia. Tra queste troviamo Fattoria di Villa Calcinaia, sita a Greve in Chianti, circa duecento ettari, che da poco ha compiuto 500 anni.

Un traguardo importante che non poteva non essere festeggiato se non con una degustazione all’altezza, durante la quale è stata raccontata la storia del Chianti Classico e della famiglia Capponi nel corso dei secoli. Una storia che inizia con i primi documenti del1052 d.C., poi la Lega del Chianti, il periodo del Rinascimento, le Ville fiorentine fino all’acquisto di Villa Calcinaia. Immancabile l’accenno al Bando di Cosimo III de’i Medici il documento precursore delle moderne denominazioni d’origine e successivamente la nascita del Consorzio del Chianti Classico nel 1924, fino alla storia più recente della famiglia Capponi.

Un intersecarsi di racconti e sapori, di aneddoti e testimonianze, volti a comprendere il ruolo di questa storica famiglia all’interno di una delle denominazioni più importanti del territorio.

Il 20 maggio 2025, esattamente 501 anni dopo l’acquisto della tenuta, i Conti Capponi, hanno presentato a Milano la nuova linea frutto di anni di dedizione e passione: la collezione 1524. Un omaggio a cinque secoli di storia enologica e alla personalità della bisnonna, Luisa Vonwiller, importantissima figura femminile della famiglia.

Ma chi era Luisa Vonwiller? Nata in una famiglia cosmopolita e dinamica, ereditò lo spirito imprenditoriale dal nonno e dal padre, August Vonwiller, Console Generale della Repubblica Elvetica a Milano e proprietario dell’omonima banca. Cresciuta in un ambiente stimolante dove il fermento politico e culturale di Milano alimentò la sua curiosità. In questo contesto si sviluppò la sua spiccata personalità piena di interessi non convenzionali per il suo tempo, come la botanica, l’alpinismo e la fotografia. Il matrimonio con Piero Capponi nel 1891 segnò l’inizio di una profonda unione tra le due famiglie, fondendo la tradizione agricola toscana dei Capponi con l’approccio imprenditoriale e innovativo dei Vonwiller.

Linea 1524 in degustazione

I vini della “Linea 1524” incarnano proprio il carattere di Luisa Vonwiller. Una collezione creata per raggruppare quei vini che a Villa Calcinaia rappresentano uno stile e un’interpretazione del territorio diversa rispetto a quella del tradizionale disciplinare del Chianti Classico, diventando essi stessi un nuovo brand di “Conti Capponi”. Le etichette traggono ispirazione dalla storia della famiglia e dal suo legame con la Toscana, rappresentata dalla croce dell’Ordine di Santo Stefano, un simbolo che evoca l’eredità storica della Famiglia.

La degustazione è stata guidata da Aldo Fiordelli, Wine journalist, e si articolata tra bollicine, vini bianchi e una mini verticale di Merlot.

Mauvais Chapon Metodo Classico 2020 Brut: Alle pendici di Villa Calcinaia, in zone particolarmente fresche, crescono le vigne di Sangiovese che regalano queste bollicine. Solo mosto fiore e 48 mesi di affinamento. Un vino fresco, teso, dove al naso spiccano i piccoli frutti rossi, la susina, l’agrume, il limone, piccola pasticceria e crostata di fragole. In bocca bella la cremosità del metodo classico in perfetto equilibrio con la parte gustativa che si allunga sul varietale del Sangiovese.

Tor Solis Toscana IGT 2023: Chenin Blanc del vigneto Roberto nel Podere Le Refie: fermentazione in acciaio inox e 14 mesi di affinamento in clayver di ceramica. Un calice che già al naso richiama freschezza e mineralità. Sentori di lime, cedro candito, mela cotogna, sottobosco, fiori bianchi e tiglio. Il sorso è deciso, fresco, ma al contempo setoso, dal finale complesso e armonioso e dal bel corredo polifenolico. Nel calice si apre lentamente per regalare tutte le sfumature del varietale.

Casarsa Toscana IGT 2019 Verticale 2019 2010 2004 1997 

Un Super Tuscan prodotto da uve Merlot, la cui vigna originale fu piantata per errore nel 1967. Un vitigno che qui, come diceva Giacomo Tachis “Chianteggia” e regala note più fresche e più equilibrate rispetto a quelli dove prevale l’opulenza del frutto. Il vino affina in barriques da 225 litri per almeno 24 mesi. Casarsa 2019: si apre con note di cuoio, tipico del vitigno nelle zone chiantigiane, poi frutti neri, erbe mediterranee, fiori secchi, cioccolato di Modica e una sensazione un po’ salata, ma sopra a tutto spicca la nota di grafite da ricondurre all’affinamento in legno piccolo, ma è soprattutto un elemento del vino che si ritrova nelle annate più vecchie. In bocca è morbido e avvolgente, pieno e scattante, una bella struttura ben amalgamata con la parte fruttata e polposa del vino. Casarsa 2010: una grande annata in Toscana, molto equilibrata, più fresca che calda. Un naso molto floreale, pot puorri, violetta essiccata, polvere di caffè e poi torna una parte un po’ terrosa tipica del vitigno. In bocca i tannini eleganti e fini si fondono con i sentori di caffè, tabacco e cuoio, lungo e sapido. Casarsa 2004: un’annata molto equilibrata, come la ‘90 o la 64, annate un po’ magiche dove oltre alla grande quantità c’è stata una grande qualità del vino. Nel calice c’è più un profilo fresco, ricco di erbe mediterranee, elicriso, liquirizia, polvere di caffè, ancora i fiori secchi, tanto tabacco e cuoio, note terziarie di affinamento. In bocca bellissima freschezza che fa salivare, un tannino che esalta la parte gessosa e nel finale un ricordo di tè al bergamotto che richiama le sfumature chiantigiane. Casarsa 1997 un millesimo caldo considerato da subito una grande annata. Forse oggi annate come la 97 le consideriamo equilibrate, ma per l’epoca era sicuramente un millesimo molto caldo. Nel calice subito sensazioni di arancia rossa essiccata, e poi note già trovate nei precedenti calici, cuoio, fiori secchi, frutti scuri, graffite e anche una sensazione di cioccolato che torna in bocca. Il tannino è completamente svolto e condensato, ma ancora mordente nel finale, probabilmente dovuto al fatto che le vigne, ai tempi, erano più giovani. Un Merlot con una bella integrità strutturale, freschezza in bocca, un assaggio perfetto per chiudere il cerchio di questa mini-verticale che dimostra le potenzialità di questo grande vino base Merlot.

Le Refie Toscana IGT 2024: 90% tra Marsanne e Viognier con un 10% Gewürztraminerpresente in azienda dal ’67Il podere Le Refie, dà il nome a questo vino che vuole essere un omaggio ai grandi vini del Rodano, dell’Alsazia e della Loira. Al naso profumi solari, fiori d’arancio, ginestra, lime. Grande delicatezza e grazia al palato, all’ingresso sembra quasi un “succo di frutta”, una dolcezza perfettamente bilanciata dal carattere agrumato e dalla freschezza che lascia una bocca pulita. Un vino, di estrema piacevolezza, che si potrebbe definire “moelleux” che accompagna perfettamente taglieri di formaggi, ma anche da aperitivo in una calda serata estiva.

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