Torre di Terzolan e i Valpolicella dell’Alta Val Squaranto

La Val Squaranto è una delle valli, orientate da nord a sud, che segnano, come tagli verticali e paralleli tra loro sulla mappa, il territorio della Valpolicella lungo tutta la sua estensione, dalla zona classica (che rappresenta l’estremo occidentale della denominazione), fino alla Valle Tramigna (che si trova all’estremo orientale). Compresa tra la Valpantena, a ovest, e la Valle di Mezzane, a est, entrambe citate in chiaro nel disciplinare di produzione dei vini Valpolicella Doc e DocG come comprensori d’elezione, la Val Squaranto ambisce ad essere riconosciuta allo stesso modo come sottozona con una propria specifica identità all’interno dell’areale.

“E’ la valle più piccola e più spigolosa della denominazione, una valle collinare, con vigneti ad altitudini fino a 400 metri sul livello del mare, che garantiscono elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte. Ricca d’acqua e molto ventilata, per via delle correnti d’aria fresca provenienti dai vicini Monti Lessini, le nostre Prealpi, che garantiscono la salubrità necessaria all’adeguato appassimento delle uve destinate alla produzione del nostro Valpolicella Superiore Doc e Amarone della Valpolicella DocG”, racconta con calore Roberta Previdi, proprietaria di Torre di Terzolan, residenza di caccia degli Scaligeri nel XV secolo e ora azienda produttrice di olio (dagli anni ’90 dello scorso secolo) e vino (dal 2015, dopo qualche lustro passato conferendo a terzi le uve prodotte nei propri vigneti), in regime biologico certificato, in località Mizzole, provincia di Verona.

 

Roberta Previdi durante la presentazione di Torre di Terzolan e dei suoi vini.

“Una villa storica con una tenuta estesa tutt’intorno, proprio come in uno ‘château’ francese”, evidenzia Roberta Previdi, che è un architetto e si è occupata in prima persona della messa a norma e della ristrutturazione di Torre di Terzolan dopo esserne diventata unica proprietaria, acquisendo le quote detenute dalla sua famiglia sin dagli anni ’970, facendola diventare anche una struttura ricettiva di lusso.

Due ettari e mezzo di terra suddivisi in quattro vigneti, piantati negli anni ’90 del XX secolo (la Mezzaluna, la Pala, il Binte, il Brolo), che affondano le radici in un terreno di medio impasto e di matrice calcarea, ricco di scheletro e molto drenante, in cui sono allevate (con rese di 80 quintali/ettaro, contro i 120 ammessi dal disciplinare) le principali varietà autoctone della Valpolicella (Corvina, Corvinone, Rondinella e qualche filare di Croatina), vinificate con l’obiettivo di preservare la croccantezza del frutto (con fermentazioni condotte a bassa temperatura) e ricercare e valorizzare l’impronta sapida e minerale tipica del territorio (tramite l’uso di anfore in materiale ceramico Tava, introdotte con l’annata 2018 per l’affinamento di percentuali variabili della massa totale nelle diverse tipologie di Valpolicella prodotte dall’azienda, Amarone compreso).

 Mappa della tenuta.

Passaggio in anfora del 100% della massa per il Torre di Terzolan Valpolicella Doc 2023 (65% Corvina, 25% Corvinone, 10% Rondinella), “creato per essere un vino flessibile, estivo, abbinabile anche a piatti a base di pesce”, segnala Roberta, servito a bassa temperatura per esaltarne la giovane vitalità, fatta al naso di fresche note di ciliegia, in armonico contrappunto con la tonalità del colore, rese eleganti da un delicato bouquet di erbe aromatiche e rese vivaci da sfumature di pepe nero, tanto stimolanti anche a livello tattile in bocca, dove un tocco di sapidità e il tannino, ben gestito, svolgono il ruolo di un tessuto connettivo, sostenendo il sorso nel suo equilibrio d’assieme.

Il Torre di Terzolan Valpolicella Superiore Doc 2019 (65% Corvina, 25% Corvinone, 10% Rondinella), prodotto con uve sottoposte ad appassimento in locali a ventilazione naturale per all’incirca una decina di giorni, con fermentazione alcolica e malolattica svolte in acciaio e affinamento di un anno e mezzo in barriques francesi di secondo passaggio per l’85% della massa e in anfora per il rimanente 15%, colpisce per l’estrema trasparenza del colore (rubino, reso caldo da venature granato), ricercata in cantina tramite “almeno due travasi”, specifica Roberta, “perché i nostri vini devono essere puliti.” E la pulizia è straordinaria anche al naso, ampio e caldo, fragrante di rosa rossa e dolce di ciliegia matura e di arancia sanguinella, completa di buccia, arricchito da sfumature di cannella e rosmarino sostenute, dopo il sorso, da una fresca sapidità, che fa salivare, e da un tannino vivido, che asciuga, assieme all’alcool, creando un equilibrio dinamico che è un piacere estremo per la bocca, resa più che predisposta al cibo.

Per il Torre di Terzolan Amarone della Valpolicella DocG 2017 (50% Corvina, 40% Corvinone, 10% Rondinella) l’appassimento delle uve, selezionate in vigneto dalle piante più vecchie a un livello di maturazione eccellente (grazie anche alla siccitosità dell’annata) e messe a dimora nel fruttaio storico della tenuta, si protrae per all’incirca 80-90 giorni tra l’avvio della vendemmia (seconda decade di settembre) e quello della vinificazione (inizio dicembre). Un periodo più breve rispetto a quello riportato come riferimento nel disciplinare, che parla di 100-120 giorni, perché “gli appassimenti non lunghi aderiscono alla nostra filosofia aziendale”, evidenzia Roberta Previdi, che anche in un vino ‘operato’ come l’Amarone vuole preservare le connotazioni fresche e minerali tipiche dell’Alta Val Squaranto, pur nel pieno rispetto della tradizione, che prevede un affinamento in legno. Barriques francesi di primo passaggio per 36 mesi, 12 dei quali sulle fecce fini. Nello specifico: parte della massa sosta in barriques bordolesi, per tannini più morbidi, e parte in barriques borgognone, per tannini più tesi. Il blend ottenuto al termine del periodo di maturazione riposa in bottiglia per quattro anni in cantina (cinque anni per i grandi formati, magnum e jeroboam). Un accurato e lungo lavoro di cesello per un vino dal naso inebriante, ricco di sentori di china, rabarbaro, sandalo, elicriso e un morbido ricordo di mallo di noce, che invitano al sorso, spiccatamente sapido, saporito, fresco e stimolante a livello tattile per via di un pizzicore che rende l’effetto d’assieme intrigante e vivace, connotato da una elegante piacevolezza.

Torre di Terzolan Amarone della Valpolicella DocG 2017.

Elegantissimo anche il Torre di Terzolan Amarone della Valpolicella DocG 2016, servito da magnum, reso verticale, teso, lineare da una sorprendente e ancora tagliente freschezza, in perfetto equilibrio con una sapidità godibile e un tannino ammorbidito da un finale all’aroma di liquirizia. Imprevedibilmente essenziale ed austero, per essere un vino con un residuo zuccherino di 2,5 grammi/litro, in paragone con gli 0,7 grammi/litro dell’Amarone del 2017 precedentemente provato.

 

Valpolicella Doc e DocG Torre di Terzolan proposti durante la sessione d’assaggio.

Grande è la curiosità di provare il Torre di Terzolan Amarone della Valpolicella DocG 2018, con la novità di un 10% di massa affinato in anfora e attualmente in fase di riposo in bottiglia nei locali di cantina. Auspicabile la possibilità, a tempo debito, di una prova d’assaggio.

 

 

Monica Marcandelli

Sommelier AIS dal 2018, Assaggiatore Esperto ONAV dal 2021, nel 2024 ho conseguito il Diploma di Maestro Assaggiatore ONAV presso la SUMAV Scrivere del vino e del suo mondo caleidoscopico è per me un modo formidabile per coniugare mente e cuore, competenze tecniche e passione. E' emozionante e coinvolgente, un’impagabile occasione per continuare ad imparare, esplorando territori, conoscendo persone, con le quali condividere esperienze d’assaggio, di studio, di vita, sentendomi spesso come stessi giocando con le scatole cinesi: ne apri una, e dentro ne trovi un'altra, e poi un'altra ancora e poi ancora, all’infinito ... e forse il bello sta proprio qui.

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