Angostura Global Cocktail Challenge 2024

Giangiacomo Bistolfi del bar Rita’s Tiki Room vince la finale italiana dell’Angostura Global Cocktail Challenge 2024

Fine degli anni ’60, la mamma mette sul tavolino di formica verdina con le gambe sottili una tovaglia da tè a riquadri colorati che contengono figure stilizzate, ciascuna con nelle mani una bottiglia o un bicchiere e sotto un nome.

La bambina sta imparando a leggere: Brandy, Grappa, Cocktail, Angostura …  che nome strano … “Mamma, che cos’è l’Angostura?” “Un liquore”. 55 anni dopo arriva l’e-mail con un invito, nell’intestazione c’è quel nome, Angostura, che risveglia ricordi, non posso non partecipare.

Arrivo al MAG – La Pusterla che la competizione è già in corso, oggi si svolge la finale italiana dell’Angostura Global Cocktail Challenge 2024, il contest lanciato da House of Angostura® che celebra l’arte della mixology a livello globale giunto alla sua decima edizione.

I bartender finalisti sono 10, da varie città d’Italia e devono preparare cocktail ispirati al tema “Un viaggio nel tempo,” omaggio a 200 anni di storia di Angostura nel mondo della mixology.

Il migliore si confronterà con i vincitori degli altri paesi europei nella fase di Maiorca, infine, i finalisti di tutto il mondo si riuniranno a Trinidad e Tobago per la finale globale. Durante questo evento, i partecipanti vivranno un’esperienza straordinaria, con un tour della distilleria e del museo Angostura, dove potranno immergersi nella cultura caraibica e nell’arte della mixology.

Mi siedo dietro alla giuria, composta da Walter Iuliucci, Brand Ambassador di Angostura, Riccardo Speranza, Beverage Director di House of Ronin e Francesco Bonazzi, Manager di Farmily Group; da qui ho una vista ottimale dei barman che, dietro al bancone, creano il loro cocktail. Questo mondo, affine ma lontano dal mio abituale del vino, mi affascina, chiedono gli ingredienti e li allineano davanti a sé, preparano la versione di prova e, quando sono soddisfatti, iniziano a preparare il cocktail che presenteranno alla giuria, concentrati, ogni tanto qualche goccia sul dorso della mano per assaggiare, dieci minuti di tempo.

Peccato non poter assaggiare!

Prima di annunciare il vincitore, per aumentare la suspense, una masterclass, tenuta da Raymond Edwards, Chief Brand Educator di Angostura sui loro Rum.

Scherzando sul suo ruolo, Raymond Edwards si presenta dicendo che Chief Brand Educator è un nome complesso per indicare un ragazzo con una valigia che gira il mondo bevendo Rum, il suo compito oggi è quello di introdurci nel mondo Angostura, marchio noto per il suo bitter, ma che include anche pregiati rum.

Trinidad e Tobago è l’isola più meridionale dei Caraibi e anche la più eterogenea, caratterizzata da grande biodiversità che si riscontra anche nei prodotti; Angostura è la più vecchia e attualmente l’unica distilleria presente nell’isola. La storia di Angostura, tuttavia, inizia in Venezuela duecento anni fa, quando il medico tedesco Johann Siegert mette a punto la ricetta del bitter. Dopo la sua dipartita, i figli decisero di trasferire la produzione a Trinidad dove c’era grande disponibilità di canna da zucchero, l’ingrediente principale del neutral spirit base del bitter.

La produzione di questo distillato di canna da zucchero, utilizzato come neutral spirit base, introduce Angostura nel mondo del Rum.

Angostura 1919, il primo Rum in degustazione, è la riproduzione del blend creato in quell’anno da Manoel Fernandes, la cui distilleria Trinidad, che già collaborava con Angostura, venne acquisita nel 1960 da quest’ultima.

Prodotto da melassa fermentata con lieviti selezionati appartenenti ad House of Angostura, questo rum invecchia per un periodo che va da 8 a 17 anni, a livello olfattivo si presenta con sentori di vaniglia, caramello note erbacee conferite dall’affinamento in legno. All’assaggio si percepisce una sensazione di bruciore, ma, come spiega Raymond Edwards con un gesto mimico inequivocabile, non è bruciore, è il caldo abbraccio del sole di Trinidad, il sorso è rotondo e armonioso con aromi di caramello, cocco e miele.

Il secondo Rum proposto è Angostura Tribute, un tributo a John Georges, per anni Master Distiller di House of Angostura. Importanti sono la qualità della materia prima, della melassa, che deve avere concentrazione di zucchero (indice Brix) superiore al 50% e la miscela di lieviti selezionati perfetta, che viene mantenuta inalterata da 65 anni. La distillazione continua a colonna deve portare alla gradazione alcolica di 44,7%, la stessa di Angostura Bitter. I profumi di ananas, mango, pesca, frutta matura e spezie invitano all’assaggio che sorprende con la lunga sequenza aromatica, con note di testa legate al legno e vanigliate, cuore di frutta tropicale che si definisce sempre più verso il mango e lunghissima coda speziata con emergenza di zafferano, come in una preziosa fragranza di profumeria.

Finalmente il verdetto: la giuria ha premiato Giangiacomo Bistolfi, del bar Rita’s Tiki Room, per l’estro eccezionale e la perfetta padronanza degli ingredienti di Angostura.

“È stato per noi un onore accogliere Giangiacomo nella fase nazionale dell’Angostura Global Cocktail Challenge. La sua creatività e il suo talento rappresentano al meglio i valori di eccellenza e innovazione che Angostura porta avanti da 200 anni. Siamo orgogliosi di vedere come questa competizione continui a promuovere l’eredità del nostro marchio, ispirando i migliori talenti del settore. Gli auguriamo di proseguire questo percorso con successo nella fase europea,” ha dichiarato Raymond Edwards.

Giangiacomo Bistolfi, dopo la vittoria, ha affermato: “Essere stato scelto come vincitore della fase nazionale dell’Angostura Global Cocktail Challenge è un onore immenso e un riconoscimento che mi riempie di orgoglio. Questa esperienza è stata incredibile, un’occasione unica per confrontarmi con alcuni tra i migliori talenti del bartending. Ho avuto modo di esprimere al meglio la mia creatività, utilizzando i prodotti di Angostura che da sempre ammiro per la loro qualità e versatilità. Non vedo l’ora di mettermi alla prova nella fase europea e, se avrò l’onore di qualificarmi, nella finale internazionale. È un sogno che continua, e sono pronto a dare il massimo”.

Carlotta Biraghi

Sommelier, degustatore e giudice internazionale a concorsi vinicoli tra cui Tastevinage a Clos di Vougeot, Concours International de Lyon, Frankfurt International Trophy, Burgondia a Beaune ed organizzatrice di eventi enogastronomici in Italia e in Borgogna

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