Degustare un vino di 100 anni…è davvero possibile?
Spesso si parla di vini storici, di vini che hanno fatto la storia, ma se fondiamo insieme questi due elementi otteniamo un vino che è esso stesso storia. Una storia liquida, la storia di un Azienda Tenuta di Capezzana, e di una famiglia Conte Contini Bonacossi, portavoce di una parte di Toscana con una tradizione vinicola a sé stante.
«La nostra famiglia è custode della nostra terra, dove le radici dell’arte di coltivare viti e olivi affondano in un passato millenario. È una tradizione preziosa produrre con amore vino e olio che raccontano un territorio meraviglioso da rispettare per lasciarlo integro alle generazioni future». questo si trova scritto sul loro sito… parole bellissime “custodi di un territorio”.
Un territorio, quello di Carmignano, dove i Medici e la nobiltà si rifugiavano per sfuggire al caldo fiorentino. Proprio qui troviamo il “Barco Reale” (o Barco Reale Mediceo) la riserva di caccia istituita dai Medici nel 1626 ed era delimitata da un muro di circa 50 km. Questa riserva, oltre ad essere la riserva di caccia dei Granduchi, aveva lo scopo di proteggere gli animali. Successivamente Cosimo III de’ Medici, granduca di Toscana, nel 1716 emise un bando in base al quale veniva stabilita una normativa ben precisa che regolava la produzione ed il commercio dei vini realizzati nei suoi possedimenti. Definì e di conseguenza tutelò, per la prima volta, quattro zone precise: il Chianti, il Pomino, il Carmignano e il Valdarno superiore, un’anticipazione delle denominazioni di origine controllata. Il documento, noto come “Bando Mediceo”, costituisce uno degli atti più importanti di Cosimo III e nello specifico identifica il Carmignano come quel territorio del “muro del barco Reale presso al fiume Furba”.
