Italian Taste Summit 2025

Italian Taste Summit, ideato dall’eclettica Joanna Miro, economista, marketer, broker e titolare dell’omonimo brand e AD del gruppo Wine Global Aspect è diventato il punto di riferimento per l’internazionalizzazione tailored made del vino italiano.

Giunto alla sua nona edizione, l’evento improntato all’export riservato esclusivamente agli operatori del settore, propone un format esclusivo, con la formula dei one-to-one meeting, che mettono a contatto aziende vinicole italiane selezionate con buyers e operatori del settore provenienti da tutto il mondo realmente interessati all’importazione di vini made in Italy.

Nella splendida cornice del Borgo Machetto Country Club & Golf a Desenzano sul Lago di Garda, 55 aziende vinicole hanno avuto l’opportunità di incontrare 65 operatori e giornalisti del settore per presentare i loro prodotti nell’intento di sviluppare partnership proficue.

I meeting one-to-one offrono l’opportunità di incontri vis a vis mirati, in uno spazio dedicato, tenendo in particolare considerazione gli obiettivi commerciali da raggiungere e i cambiamenti recenti dei mercati internazionali.

Per le aziende medio-piccole, secondo Joanna Miro, è fondamentale perfezionare le procedure dell’enoturismo, con la vendita diretta che offre margini più alti rispetto alla vendita tramite intermediari, quali distribuzioni, agenzie e persino fiere.

“Quest’ultima strategia- spiega – impone l’organizzazione di un’adeguata accoglienza, facile reperibilità on e off line, capacità di fidelizzazione con modalità semplici e dirette che sappiano trasmettere in modo autentico e coinvolgente la cultura e la storia del Made in Italy, come parte integrante e imprescindibile della nostra tradizione vitivinicola. Di questo tipo di approccio abbiamo parlato ancora dalla prima edizione di Italian Taste Summit, di “rural chic” e dell’identitarietà. All’epoca questo poteva essere un booster per la crescita, mentre oggi è diventata l’essenza per difendere e far crescere i fatturati in un’epoca di attacco multiplo al Vino. Il vino è cultura e patrimonio della nostra storia ultramillenaria senza pari”.

Quattro masterclass dedicate alla stampa specializzata hanno dato l’opportunità ad altrettante realtà di presentare i loro prodotti e, soprattutto, comunicare e far apprezzare i loro stili e le loro filosofie produttive.

 

Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato: produttori del territorio di Cocconato. La dispensa enogastronomica dei Savoia oggi.

Il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato è il più grande consorzio del Piemonte, che racchiude 4 DOCG e 9 DOC coprendo tutto il territorio del Monferrato che si estende dall’aeroporto di Torino fino a Novi Ligure. Cocconato d’Asti, sita nelle prime colline torinesi, gode di un microclima particolare che le ha valso il nome di Riviera del Monferrato ed è caratterizzata da terre bianche di origine marina. Qui è estato creato un consorzio che si chiama Consorzio di Cocconato Riviera del Monferrato che raggruppa cinque aziende di recente costituzione che hanno reimpiantato la vite in un territorio che in altri decenni aveva ceduto il passo all’industria. Qui vengono coltivati prevalentemente Nebbiolo (già presente intorno a Superga dal 1600), Bonarda Piemontese (diversa dalla Croatina dell’Oltrepò), Freisa, Barbera e Grignolino.  In questo terroir costituito da sabbie e marne stratificate passa una venatura di gesso che si estende ininterrottamente fino alla Puglia attraversando tutta l’Italia. Questa componente gessosa conferisce caratteristiche uniche importanti soprattutto ai vini bianchi, si pensi all’elegante finezza conferita ai migliori Champagne dalla presenza di gesso nei sottosuoli.

Questo terroir particolare ha motivato la scelta di Cantine Nicola di produrre il suo Piemonte DOC – Chardonnay 2023 fermentato e affinato per 12 mesi in barrique in stile francese. Fresco, minerale e al tempo stesso avvolgente con le sue note agrumate, di frutta esotica, erbe aromatiche e zenzero, viene proposto in abbinamento a due prodotti tipici del territorio: la Robiola di Roccaverano, di latte caprino, in versione fresca e la Robiola Maciottina di latte vaccino entrambe dell’Azienda Agricola Biodinamica Maciot.

Il secondo vino, Piemonte DOC Bonarda 2023 dell’azienda Marové, una bonarda piemontese, resa frizzante da una leggera rifermentazione in bottiglia ottenuta aggiungendo una piccola percentuale di Freisa Dolce. “Vinoso” come un novello, esuberante di piccoli frutti rossi, equilibra la grassezza del tipico salame cotto del salumificio Ferrero.

Piemonte DOC Grignolino “Vigin” 2022 – Azienda Agricola Biodinamica Maciot: il vitigno grignolino deve il suo nome al fatto di essere molto ricco di vinaccioli, è importante tenerne conto nella vinificazione per non estrarre eccessivi sentori erbacei. Caratterizzato da profumi “scuri” di susina nera e bacche di ginepro, questo vino senza solfiti aggiunti si abbina all’antipasto piemontese, che ripropone il modo in cui localmente venivano conservate le verdure per l’inverno.

La Barbera d’Asti Superiore DOC 2022 – Cocconito, dall’omonima frazione (non è un refuso) caratterizzato da terroir più ricco di argilla, affina in botte da 15 hl per 6-7 mesi. Il suo elegante bouquet di ciliegia e frutti rossi, tipicamente fresco al sorso, ben si sposa al Roccaverano DOP semistagionato dell’Azienda Agricola Stutz. Il Roccaverano DOP si è separato nel 2023 dal nome robiola per sottolineare le sue peculiarità.

Il vitigno Albarossa, è un’impollinazione di Barbera con Nebbiolo di Dronero creato nel 1938 dal Prof. Dalmasso, autorizzato nel 2000 come Monferrato Rosso viene prodotto come  Piemonte DOC Albarossa dal 2007. Piemonte DOC Albarossa Del Marusè 2021 – Poggio Ridente si presenta con colore profondo, la sua struttura importante lo rende adatto alla texture più stagionata della Toma dell’Azienda Agricola Biodinamica Maciot.

Impossibile chiudere una degustazione di prodotti piemontesi senza le nocciole sia in versione semplice che come torta di nocciole tostate dell’Azienda Agricola Rocca. In abbinamento due chicche enologiche: Vermouth La Vagabonda – Poggio Ridente e Nebbiolo Chinato – Azienda Agricola Biodinamica Maciot.

Nato nel 1890 da Carpano, che aromatizzò il vino bianco con assenzio e altre erbe per farne dono alla regina che se ne innamorò immediatamente e lo adottò come digestivo ai suoi banchetti al posto del rosolio, il vermouth sta vivendo una nuova giovinezza. Quello di Poggio ridente è un vermouth ambrato, senza uso di caramello, che deve il suo colore all’utilizzo come base di un orange wine da Viognier; biologico certificato, viene addizionato di alcol da prodotti biologici e zucchero di canna.

Il Nebbiolo Chinato, come gli altri vini chinati, si diffonde grazie alle proprietà curative del chinino, solubile in alcol, come rimedio per la malaria e le malattie da raffreddamento. Alla china calissaja, l’Azienda Agricola Biodinamica Maciot aggiunge rabarbaro, genziana e cannella in un prodotto molto equilibrato.

Tenute Venturini Foschi: per omaggiare il passato, sorseggiare il presente e scrivere il futuro.

La Designer e Architetto Emanuela Venturini riceve in eredità una tenuta in Emilia, sua terra d’origine. Insieme al marito ex imprenditore si innamorano del luogo e, dopo aver fatto analizzare i terreni e aver scoperto che risultano particolarmente vocati per la viticoltura, nel 2016 fondano Tenute Venturini Foschi. Jaqueline Venturini affascina la platea raccontando la storia della sua famiglia, numerosa, dispersa per il mondo, ma nello stesso tempo molto unita “I nostri genitori – afferma – ci hanno insegnato che l’unione sarebbe sempre stata la nostra forza”.

L’eleganza è la caratteristica fondamentale che devono avere i loro vini, per questo, con la sperimentazione, hanno capito l’importanza della pressatura, che dev’essere delicata per estrarre succo solo dalla parte centrale dell’acino evitando tannini che potrebbero dare sentori amari e altri componenti sgradevoli.

Sophia Brut Metodo Classico 2019 – Chardonnay e Pinot Nero. Primo vino prodotto in azienda, omaggio alla prima nipotina, ma anche a Sophia Veri, moglie di Francesco Botero, amici di famiglia. 50 mesi di permanenza sui lieviti hanno conferito profumi di mela e frutti esotici maturi con perlage fine e setoso con piacevole finale minerale.

Velo Rosato Emilia IGT 2023 Dedicato a Jaqueline, scambiando le sillabe diventa Love, riporta in etichetta il suo occhio. Da uve 100% Ciliegiolo ha colore tenue e sentori delicati di frutti rossi dolci.

L’affinamento di una piccola parte in barrique rende volutamente diverso, improntato sull’eleganza, Emy Sauvignon Emilia IGT 2022, da uve 100% Sauvignon Blanc.

Gemma Malvasia Emilia IGT 2021 e Gemma Gentila Malvasia Emilia IGT 2022, dedicati alla bisnonna, che ha sempre vissuto e creduto nel territorio su cui sorge l’azienda. Da Malvasia di Candia aromatica, Gemma è vinificato solo in acciaio e si esprime con un fresco bouquet floreale di acacia e miele. Gemma Gentile, studiato per il mercato asiatico e la loro cucina, è più amabile grazie a un leggero residuo zuccherino, viene vendemmiato dieci giorni più tardi, affina in anfora e si esprime su note più evolute di frutta secca.

 

Tenuta Talamonti: l’eleganza storica dei Cru abruzzesi di Loreto Aprutino

L’Abruzzo è la regione italiana che presenta la maggiore biodiversità, il suo territorio si estende dal mare fino a quasi 3000 metri con la presenza di esemplari di circa il 70% della flora e della fauna dell’intera Europa.

Tenuta Talamonti decide di presentarsi con due mini-verticali: una di Pecorino, il vino che ha creato la maggiore popolarità e riconoscimento del territorio d’Abruzzo e una di Trebbiano, il vitigno che lega maggiormente il territorio alla storia.

La difficoltà di trovare reperire manodopera impone per il Pecorino la vendemmia meccanica, impossibile per il Trebbiano che viene allevato a tendone.

Talamonti “Trabocchetto” Pecorino d’Abruzzo DOC 2024: Trabocchetto è un cru in un vigneto che si chiama Belvedere. L’uva, vendemmiata a settembre, viene sottoposta a criomacerazione per una notte seguita da vinificazione tradizionale in acciaio per valorizzare le caratteristiche conferite dal terreno calcareo e dall’escursione termica in quest’area particolarmente vocata per i vini bianchi in una regione prevalentemente dedita alla produzione di vini rossi. L’annata 2024 è stata drammaticamente siccitosa. Colpisce la sapidità nettamente percettibile già a livello olfattivo che “insaporisce” il bouquet iniziale di salvia e lime che evolve in frutta bianca e fiori di montagna. Un vino che ben si adatta ai piatti di pesce della costa come ammicca l’etichetta che ricorda un trabucco.

Talamonti “Trabocchetto” Pecorino d’Abruzzo DOC Superiore 2022 ripropone la spiccata mineralità con note più evolute di frutta bianca, melone, litchi, mentuccia e maggiore rotondità e avvolgenza al sorso.

Talamonti “Aternum” Trebbiano d’Abruzzo DOC Riserva 2019, dopo la fermentazione in acciaio svolge la malolattica in legno per poi completare l’affinamento in botti grandi. La verticale inizia da un’annata già evoluta, quella attualmente in commercio, che tuttavia presenta colore ancora molto giovane con riflessi verdolini. Il legno è ancora un po’ evidente, ma non disturba la fragranza di lievito e pan brioche. Esordisce con note floreali e di erba tagliata che evolvono in erbe aromatiche, spezie, zafferano con sentori ancora embrionali di idricarburi.

Talamonti “Aternum” Trebbiano d’Abruzzo DOC 2018 il colore più dorato fa presagire maggiore equilibrio, si esprime con crema al limone e spezie piccanti con potenziale longevità interessante.

L’evoluzione di Talamonti “Aternum” Trebbiano d’Abruzzo DOC 2017 evidenzia maggiormente le note di idrocarburi e spezie con la freschezza del passion fruit.

Tenuta Talamonti è certificata vegana, utilizza solo energia rinnovabile, eolica e solare nonché prima azienda certificata per l’uguaglianza di genere con particolare riguardo nel bilanciare l’equilibrio casa-lavoro.

 

Cantina della Volta: Lambrusco di Sorbara, Cinque Sfumature di Eleganza Effervescente

Cantina della Volta, situata a Nord di Modena, produce esclusivamente metodo classico da Lambrusco di Sorbara o da Pinot Nero e Chardonnay.

Christian Bellei rappresenta la quarta generazione della famiglia; suo padre Giuseppe diede una svolta epocale decidendo, nel lontano 1979 di dare un nuovo volto al Lambrusco di Sorbara producendolo come Metodo Classico mettendo a frutto l’esperienza maturata ad Eperney. L’intuizione viene dal constatare che il Lambrusco di Sorbara, se vinificato in purezza anziché con la spalla del Salamino Santacroce, ha acidità simile allo Chardonnay.

Bollicina più fine e persistenza più lunga rispetto ai vini prodotti fino a quel momento nella zona fanno subito apprezzare il prodotto. Nel frattempo, a Riccò di Serramazzoni, individua la tenuta ideale, con terroir simile a quello della Champagne, per la produzione di Chardonnay e Pinot Noir con barbatelle fatte arrivare da oltralpe.

Nel 1999, con la scomparsa del padre, Christian si rende conto di non avere liquidità ed è costretto a vendere il marchio alla famiglia Cavicchioli che ne fa la propria cantina boutique. Nel 2009, grazie a una cordata di amici riesce a ripartire nella sua cantina di famiglia come Cantina della Volta.

“Rimosso” Lambrusco di Sorbara DOC 2023 è un rifermentato col fondo, come da tradizione, che si esprime in golosa frutta rossa.

“La Volta” 2023 Vino Rosso frizzante secco lo stesso vino precedente, ma sottoposto a sboccatura per rimuovere le fecce e proporre un vino limpido.

Nel primo dei metodi classici CDV BRUTROSSO Lambrusco di Sorbara D.O.C. Spumante Metodo Classico 2018 troviamo raffinata eleganza di essenza di rose e carcadè.

Sorprendenti il Lambrusco di Sorbara Spumante Rosé D.O.C. Brut Metodo Classico 2018, un rosé occhio di pernice e Christian Bellei Spumante di Qualità Bianco Metodo Classico 2016 vinificato in bianco. Molto eleganti possono sostenere il confronto con metodi classici blasonati prodotti con i “più nobili” Chardonnay e Pinot Noir.

La successiva cena di gala, con le raffinate proposte gastronomiche degli chef Maria Creschini e Ilario Corbellini ha offerto l’occasione per presentare altre aziende e i loro vini in abbinamento con i diversi piatti.

Winged Victory Rosé IGT – Cantina di Casteggio: restiling con un respiro più internazionale, prodotto con Pinot Grigio, Pinot Nero e Pinot Bianco, della precedente versione 100% Pinot Nero.

Testarossa – Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico Brut Pinot Nero 2016 – La Versa: iconico, inconfondibile, incentrato sul vitigno Pinot Noir, minimo 60 mesi sui lieviti, prima azienda in Italia a indicare il millesimo sulla bottiglia.

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – Millesimato ED 2024 – La Marca: La Marca è una cantina cooperativa di secondo livello che raggruppa otto cooperative per un totale di 5000 persone e 15.000 ettari vitati. Conegliano DOCG è uno dei prodotti di punta dalla zona più vocata per la produzione di Prosecco.

Pian di Stio Evoluzione, Fiano Bio IGP Paestum 2020 – San Salvatore 1988: un progetto di valorizzazione del territorio e dei vitigni autoctoni campani. Le uve fiano provengono da un “cru” specifico del vigneto a Stio.

Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC 2022 – Cantina di Casteggio: rebranding di un prodotto storico, con i caratteri più tipici del Pinot Nero in Oltrepò Pavese

Ovalis Rosso, Friuli DOC Riserva 2020 – Ronco Margherita: taglio bordolese di Merlot e Cabernet con un 15% di friulanità data dal Refosco.

Carlotta Biraghi

Sommelier, degustatore e giudice internazionale a concorsi vinicoli tra cui Tastevinage a Clos di Vougeot, Concours International de Lyon, Frankfurt International Trophy, Burgondia a Beaune ed organizzatrice di eventi enogastronomici in Italia e in Borgogna

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