Torre di Terzolan: storia, natura, vini e oli d’eccellenza nell’alta Val Squaranto

Nell’alta Val Squaranto, la più occidentale delle valli della Valpolicella Orientale, Torre di Terzolan custodisce oltre sette secoli di storia. Eretta come tenuta di caccia degli Scaligeri nel 1300, conserva ancora oggi tracce di quell’origine. Ne è un esempio la torre, nucleo originario dell’edificio, con alcune stanze, oggi dedicate all’ospitalità, che nella disposizione richiamano la loro funzione antica.

Nel corso dei secoli la proprietà ha conosciuto trasformazioni importanti. Nell’Ottocento fu scelta come residenza dal cardinale toscano Niccolò Ridolfi, che avviò la produzione di olio e vino. Alla famiglia Ridolfi si deve anche un ingegnoso sistema idrico: un bacino di raccolta alimentato da una sorgente, un canale per la fitodepurazione e una rete idrica; un piccolo capolavoro di ingegneria rurale che ancora oggi apporta irrigazione ai terreni della tenuta.

La cantina sotterranea, costruita tra XV e XVI secolo, ospita ancora la storica ghiacciaia, oggi utilizzata come sede di un’anfora da 750 litri; filosofia produttiva, antica e contemporanea, si intrecciano in un luogo simbolico che beneficia di naturale stabilità di temperatura e umidità.

Dal 2014 la guida della tenuta è affidata a Roberta Previdi, architetto di formazione e anima appassionata del luogo. Dopo gli studi a Venezia, dagli anni ’90 si è dedicata alla produzione di olio biologico, oggi proposto in due versioni: un DOP Veneto Valpolicella e una selezione esclusiva.

Grazie alla sua particolare sensibilità, Torre di Terzolan è diventata una realtà unica, capace di fondere rispetto per la natura incontaminata, cura artigianale e un senso profondo di mantenimento e trasmissione della storia. Ne è testimonianza il cipresso Colombo, che svetta nella tenuta, così chiamato perché piantato nel 1492, silenzioso custode di oltre cinque secoli di vita.

La proprietà conta quattro vigne: tre allevate a guyot, nella parte alta, e una a pergola, denominata Mezzaluna, che circonda da est a sud la zona più bassa. Le varietà coltivate comprendono Corvina, Corvinone, Rondinella e una piccola quantità di Croatina, già presente in precedenza. La struttura evoca uno Château in cui tutte le fasi della produzione avvengono al suo interno.

La vendemmia è un rito sartoriale: manuale, condotta raccogliendo giorno dopo giorno le uve giunte a piena maturazione e selezionandole. Le uve destinate all’Amarone vengono poste in cassette per l’appassimento naturale, che dura almeno due mesi, sfruttando la ventilazione naturale favorita dall’altitudine.

Dal 2018 la cantina ha scelto di affidarsi anche alle anfore TAVA, che permettono una micro-ossigenazione rispettosa e mai invasiva, un modo per lasciare che sia il vino stesso a parlare, senza mediazioni. I nuovi recipienti vinari affiancano e integrano tre tipologie di barrique di vari passaggi che consentono la creazione di blend equilibrati.

La cura meticolosa e la tecnologia valorizzano i caratteri peculiari delle uve e del terroir in cui nascono. La Val Squaranto, considerata oggi una delle più promettenti della Valpolicella, è una valle stretta, piuttosto chiusa, che ha protetto la propria preziosa biodiversità scoraggiando la coltivazione intensiva della vite. Microclima e natura dei terreni, ricchi di calcare bianco, conferiscono ai vini della tenuta mineralità e caratteri unici di straordinaria eleganza che riflette quella della sua proprietaria. Naturalmente anche nella produzione di vino, Roberta Previdi ha sposato la filosofia biologica.

I vini si declinano in tre etichette, rappresentative del territorio, con un filo conduttore di raffinatezza che unisce tradizione e modernità in espressioni ricche, complesse nell’aromaticità, ma leggiadre, con un sorso pieno, lungo, ma mai pesante.

Gli assaggi di Torre di Terzolan

Valpolicella DOC 2022: l’ultimo nato, un vino di ingresso che non ha l’apporto del legno. Dopo la fermentazione, con lieviti selezionati, seguita dalla malolattica in acciaio, affina per 5 mesi in anfora. Un’espressione integra, essenziale e minerale del territorio. Il vivace colore di buona trasparenza, con sfumature che virano verso il fucsia, esprime gioventù confermata dalle croccanti note fruttate di marasca e mora, di fiori rossi con intensa speziatura dolce. L’alcolicità contenuta, solo 12,5%, e l’equilibrio gustativo, giocato sulla freschezza con tannino presente ma ben integrato, consentono temperature di servizio più basse che favoriscono grande versatilità nell’abbinamento. Un entry level assolutamente non banale.

Valpolicella Superiore DOC 2019: il vino più rappresentativo dell’azienda, a cui Roberta Previdi si sente più legata ed affine. Dopo qualche giorno di ventilazione naturale in cassetta, le uve vengono diraspate e pigiate. La diraspatura, utilizzata in tutti i vini, previene la rusticità che potrebbe derivare dai tannini aggressivi del raspo della Corvina. L’affinamento si protrae per 18 mesi in barrique di secondo passaggio, con una quota (15–20%) di anfora per esaltare freschezza e croccantezza. Un calice rubino brillante racconta di uva raccolta a perfetta maturazione con le sue note di frutta scura arricchite in affinamento da aromi di china, tamarindo, fico essiccato e cacao conferiti dal legno ben integrato. L’acidità intensa e il tannino garbato promettono longevità in un vino godibile sin da subito. Un calice generoso con finale che si mantiene completo e intatto molto a lungo.

Amarone della Valpolicella DOCG 2017: l’appassimento naturale in fruttaio delle migliori uve, rigorosamente selezionate, si protrae fino a dicembre. L’annata 2017 ha riposato tre anni in barrique francesi nuove di 3 tonellerie e tostature diverse. Dal 2018 è stato aggiunto un 10% di affinamento in anfora per alleggerire il corpo e il prossimo anno se ne potranno apprezzare i risultati. Segue un ulteriore affinamento di 4 anni in bottiglia prima della messa in commercio. La filosofia aziendale è quella di far uscire i vini dalla cantina solo quando sono pronti, prolungando l’affinamento ben oltre i tempi previsti dal disciplinare. Il colore intenso mantiene una discreta trasparenza secondo le tendenze più moderne. Colpiscono immediatamente le note balsamiche mentolate, caratteristiche della Val Squaranto, seguite da frutta scura, prugna disidratata, liquirizia, sottobosco e genziana. La freschezza, non annullata dall’uso sapiente del legno e il tannino rotondo, ma ben presente, lasciano una sensazione di bocca pulita senza tuttavia interferire con la lunghissima persistenza. L’abbinamento con il roastbeef cucinato secondo la ricetta tramandata in famiglia è straordinario.

Passeggiare a Torre di Terzolan, o soggiornarvi, significa respirare una rara armonia regalata dalle pietre antiche, dal verde della valle, dall’ingegno delle opere idriche insieme alla voce autentica dei vini che qui nascono. Un luogo esclusivo, quasi intimo, dove il tempo scorre con lentezza e si lascia assaporare in ogni stilla di vino e di olio.

Author

Sommelier e degustatore ufficiale AIS, dal 2006 si dedica allo studio e all’approfondimento frequentando numerosi master fra cui la Barolo & Barbaresco Academy (in corso) per diventare Ambasciatore dei vini di Langa oltre a numerosi altri sui vini del Piemonte, L’ecole des Vins de Bourgogne a Beaune dove ha conseguito il titolo di Ambassadeur del Climats de Bourgogne, l’École de Champagne e numerosi altri. È giudice internazionale a concorsi vinicoli tra cui Tastevinage a Clos di Vougeot, Concours International de Lyon, Frankfurt International Trophy, Burgondia a Beaune. Collabora con esportatori nella selezione delle aziende più adatte ai diversi mercati internazionali ed organizza eventi enogastronomici in Italia e in Borgogna. Il suo intento nel narrare il vino è quello di trasmettere ai lettori la sua passione, dando particolare risalto a un territorio, una storia, uno stile, una filosofia, un progetto, una famiglia, che lo rendono unico e invogliarli a conoscere lo sfaccettato mondo del vino e dell’enoturismo in Italia e nel mondo.

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