Vendemmia 2021: cosa aspettarsi

TOSCANA 

Alle porte di Firenze, nella tenuta di Torre a Cona, sui Colli Fiorentini l’annata si prospetta di “buona qualità anche se con una produzione ridotta, rispetto alla 2019 e 2020, dovuta alle gelate primaverili”, secondo il produttore Niccolò Rossi di Montelera che conferma le caratteristiche climatiche dell’annata: “la vendemmia è lievemente posticipata, inizieremo con il Merlot nella seconda metà di settembre, mentre il Sangiovese e il Colorino dovranno attendere la fine del mese”.

Castello di Brolio, icona del territorio del Chianti Classico, è stata un’annata complessa per le problematiche di gelate e siccità. Tuttavia “le uve a bacca bianca, già raccolte a fine agosto sono risultate ottime sia in termini qualitativi sia quantitativi”, spiega Francesco Ricasoli. “Prevediamo la vendemmia del Sangiovese verso metà settembre con quantità minori ma sicuramente a vantaggio della qualità. Dimensioni più piccole dei grappoli che ricordano il 2017, allo stesso tempo con più colore, intensità di aromi e una maggiore concentrazione”.

A pochi km di distanza, Giovanni Mazzei mette in luce come quest’annata sia “l’ennesima dimostrazione delle capacità delle nostre piante di resistere a condizioni climatiche difficili”. In particolare, nella zona di Siepi dove, “grazie ai suoli profondi e alla percentuale di argille che hanno permesso di trattenere un livello di umidità decisamente più elevato rispetto ad altre zone, la disponibilità di acqua per le radici unita alla forte escursione termica notturna, si traduce in qualità di maturazione”.

Anche all’azienda Nittardi, guardando il panorama, si può leggere bene questa capacità delle viti di resistere a condizioni di stress: ”le piogge di fine agosto hanno dato nuova energia alle nostre vigne, soprattutto a quelle più vecchie”, ci spiega Léon Femfert “ci aspettiamo uva di buona qualità”. Il Sangiovese nel Chianti Classico sarà raccolto verso il 20 settembre.

Al Castello di Querceto di Greve in Chianti le problematiche climatiche caratterizzanti l’annata hanno portato ad una riduzione della quantità prevista di circa il 10%. È prudente Alessandro François nel dare giudizi definitivi. In attesa dell’andamento delle prossime settimane afferma “la qualità sembra molto buona ma il Sangiovese coltivato all’altitudine tra i 400 e 520 metri ha ancora bisogno di tempo.”

A Gaiole in Chianti la siccità ha colpito con picchi alti di temperatura. All’azienda Bertinga come ci spiega il direttore Luca Vitiello: “la gestione della parete fogliare volta a proteggere i grappoli e una lavorazione mirata dei suoli ha permesso che la vite completasse in questi giorni la fase di invaiatura, un po’ in ritardo ma senza eccessivo stress. Questo pone i presupposti per un’ottima vendemmia che probabilmente avrà inizio per i Merlot nei prossimi giorni e nella prima quindicina di ottobre per il Sangiovese”. 

Spostandoci a Montalcino, Emilia Nardi, proprietaria di Tenute Silvio Nardi, ci spiega che “grazie ad accorgimenti agronomici di preparazione post-vendemmia 2020 è stato possibile avere una preziosa riserva idrica tale da permettere alle piante di affrontare bene carenze successive di acqua. Le uve ad oggi si trovano in sorprendente equilibrio e buono sviluppo vegetativo”.

Verso la costa, sulle colline pisane si trovano i vigneti di Tenuta di Ghizzano. Ginevra Venerosi Pesciolini è contenta per le “varietà di bianco che godono, ad oggi, di ottima salute, mentre la situazione è un po’ più complicata per alcune varietà di rosso. Il Merlot è già in cantina e ci sembra ottimo mentre attendiamo un po’ di pioggia per il Sangiovese che riuscirebbe così ad avere una maturazione fenolica ideale”. Elemento naturale che ha aiutato a superare la criticità è il tipo di suolo nel quale affondano le radici delle viti: “grazie al nostro terreno con una buona componente argillosa è stata trattenuta l’acqua delle piogge di maggio aiutando le piante a resistere alla siccità estiva.”

Badia di Morrona_Vendemmia 2021

Anche a Badia di Morrona, a Terricciola, Filippo Gaslini Alberti conferma “la gelata tardiva di aprile ha generato problematiche sulle varietà che avevano già germogliato limitando e non poco la produzione”, la tecnica della irrigazione di soccorso invece ha aiutato ad affrontare bene il fenomeno della siccità dando discrete speranze di una buona resa in cantina.

A Riparbella la giovane azienda Colline Albelle è riuscita a contenere lo stress idrico grazie alle tecniche di dry farming, come ci spiega Julian Renaud l’enologo e direttore dell’azienda: ”taglio del covercrop a metà maggio lasciando i residui vegetali, riduzione dei tralci per diminuire evapo-traspirazione, nessuna sfogliatura e utilizzo di preparati biodinamici, ha portato a ottenere un ottimo equilibrio con una maturazione molto lenta dei grappoli e un ritardo previsto della vendemmia di circa 15 giorni.

In Maremma, anche da Fattoria Le Pupille si respira soddisfazione per una situazione che definisce una probabile ottima annata. “Le piogge di metà luglio hanno dato una boccata di ossigeno allentando lo stress idrico e aiutando a portare bene a termine l’annata”. È fiducioso, quindi, Ettore Rizzi, agronomo ed enologo della tenuta fondata da Elisabetta Geppetti.

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